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Cronache Anviliane (272)

Da Roversi2011

Ho camminato tutta la notte. Su marciapiedi, in mezzo alla strada e sulle automobili, anche quelle in movimento. Mentre facevo surf su una monovolume una signora mi ha lanciato una mela che ho preso al volo. Più avanti, mi godevo la brezza notturna su una Panda 4×4 quando un tizio m’ha offerto da bere in corsa. Mezza pinta di Irlandese. Al volo.

A volte, starmene sulle auto mi annoia, son troppo basse e ho bisogno di qualcosa di più elevato. I tetti. Piatti o spioventi, collegati tra loro o distanti, che necessitano quindi del mio miglior colpo di reni. Colorati o grigi. Comodi  o sfavorevoli. Da lì, si vede ogni orefizio della città, anche se c’è foschia. Per non parlare di quando comincio a correre, correre e correre sulle rotaie della ferrovia. Preferisco farlo di notte, c’è più fresco e meno traffico, e incontro gente più interessante. Non sopporto molto il giorno, non lo voterei mai. Di notte osservo meglio. Mi godo le piccole esplosioni di luci tra i palazzi del centro e l’odore sulfùreo che rilasciano, impagabile. E’ l’odore dei miei tempi e dei vostri. Fa restare svegli, vigili. A me piace. Come piace sdraiarmi sul letto dei fossi, in secca, sopratutto quelli in mezzo ai campi, lontano dall’ordine civile. A volte invece mi sento barca, quelle semplici, popolari e senza motore che ti permettono semplicemente di galleggiare. Oh, che bello cavarsela. Che bello cavalcare la città a sua insaputa. Voglio un costume da uccello mitologico.Tipo il Roc del Madagascar. E un arsenale come si deve. Non mi servono erbe mediche, nè il pane. solo una sella e un volo indipendente.

Fa.Ro.


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