Titolo: Cronache dal big-bang
Autore: AA.VV.
Editore: Hacca
Anno: 2011
Quelli di Hacca da qualche mese han pubblicato un libro sui libri. Anzi, sugli incipit dei libri. Non che siano i primi a portar questa idea in libreria. Ad esempio ci avevano costruito un quiz Fruttero e Lucentini, che nel 1993 hanno curato Incipit. 757 inizi facili e meno facili. Un libro di quiz e di lettura, curiosità non taciuta ma anzi raccontata da Lidia Sirianni che in questo libro di Hacca scrive una bella divagazione sugli incipit in fondo alla raccolta.
Ma che bellezza leggere questo libro: sebbene i lettori più assidui troveranno citati incipit ben noti, è sempre un piacere quasi corporeo assaporare le parole messe in scritto proprio in quel delizioso ordine che ci ha colpito la prima volta che abbiamo letto un romanzo. Quel carattere, quella forza di trascinarti dentro un mondo racchiuso tra le pagine che non ti consente di riemergere fino alla fine del viaggio: ecco dove sta la forza di questi bellissimi incipit scelti e raccontati, analizzati quasi scientificamente e al contempo venerati da sedici autori che raccontano il loro incipit preferito, seguiti da due pezzi di più ampio respiro di Lidia Sirianni e Giulio Ferroni e conclusi magicamente da quattro conversazioni sugli incipit tra Paolo di Paolo e quattro big della nostra letteratura. Tra cui il compianto Antonio Tabucchi. E ci mancherebbe. Se non si parlasse di lui, o meglio con lui degli incipit, si tralascerebbe uno degli inizi più incisivi, e originali, e incalzanti degli ultimi decenni: quel Sostiene Pereira, reiterato quasi ossessivamente, che regge il ritmo di tutto il suo romanzo più noto.
Ognuno ha il suo preferito, di incipit. Ma ammettiamolo, spesso son le prime righe di un libro a fissare l’impressione che abbiamo dell’opera: a volte un incipit di carattere, da solo ci fa perdonare intere pagine di noia. Un po’ come un colpo di fulmine, noi lettori ci innamoriamo di una folgorazione, un’impressione attraente, un’affermazione arguta.
Così mi sono incantata con i miei libri preferiti, come un’innamorata che col batticuore incrocia il primo sguardo con lui. E i primi amori non si scordano mai, si dice. E infatti son quei libri che ho letto e riletto fino a mandarne alcuni passaggi – e sempre gli incipit – a memoria. Lettrice superficiale, potrei dirmi, come ingenuo è un colpo di fulmine, che prescinde dalla sostanza.
Può darsi. Ma non sarà un caso che molti di quegli incipit sian ripresi in questo libro. E che leggendo quelli di cui si son innamorati altri qui, nelle Cronache del big bang, mi sia venuta voglia di entrare in libreria, e procurarmi anch’io quelle avventure.
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