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Cronache di Leggende Perdute - XII

Da Fabio Iovinella @eroniris
Le strade brulicavano di mercanti ed avventurieri intenti a vendere e scambiare le proprie merci e servizi, una vista comune a Malkia'Wa.
Sebbene fosse ancora mattina, Alea non voleva perdere tempo nel districarsi tra la folla.
Con una serie di rapidi balzi, utilizzando le casse di merci ai bordi della strada come rampe di lancio, raggiunse agevolmente i tetti dei bazaar.
Evitando così le affollatissime strade della capitale, la Bekku si diresse verso il museo saltando di tetto in tetto.
Bastarono pochi minuti per raggiungere la destinazione.
Il museo era facilmente riconoscibile tra le altre costruzioni. Il palazzo era massiccio, con un enorme colonato, e sebbene ritenesse il colore arancio giallastro dell'arenaria tipico della città, con la sua forma bizzarra risaltava tra i palazzi ordinati di Malkia'Wa.
Alea scese dal tetto sul quale si trovava e con sua grande sorpresa notò che la strada era deserta. Non si vedevano infatti i mercatini e le bancarelle tipiche che adornavano quasi ogni vicolo.
"Incredibile, non credo di aver mai visto una strada di questa città senza un'anima..."
Pensò ad alta voce, continuando a guardarsi attorno quasi sperando di vedere qualcuno. Quel silenzio era quasi surreale.
Camminò in direzione del museo fino a raggiungerne l'entrata, una targa posta sul muro recitava:
"Museo dell'Etere - Mostra permanente sulle Gemme di Risonanza dalla Seconda Era ad oggi. L'evoluzione cromatica."
Il portone era aperto ed Alea entrò. L'ingresso era buio, nessuna luce illuminava la stanza, ma dopo solo un paio di passi le torce alle pareti si illuminarono in successione, rivelando l'enorme atrio pieno di piedistalli e teche.
"Benvenuti al Museo dell'Etere, rilassatevi e seguiteci in questo viaggio alla scoperta del più profondo segreto di Samuha. Per guidarvi lungo il percorso della mostra, vi preghiamo di seguire l'ologramma."
La voce era diffusa in tutto l'atrio, e non sembrava provenire da un punto particolare. Nessuno era presente nella stanza oltre ad Alea, che si guardò intorno cercando l'ologramma.
La ricerca non durò a lungo, infatti proprio davanti a lei apparì materializzandosi poco a poco, quella che sembrava essere una fatina.
La piccola creatura olografica non proferì parola, ma fece cenno con la mano di seguirla.
Alea sorrise pensando alla stranezza di quel posto.
"Museo dell'Etere eh? Di certo non si sono risparmiati nell'uso della magia."
Seguendo l'ologramma, la Bekku passò di fianco a molte teche contenenti diverse gemme di risonanza, sebbene fossero tutte simili tra di loro potè notare che differivano per forma e dimensione oltre che per colore, ma ciò che più le rendeva diverse dalla sua era l'assenza di quella luce calda e brillante.
"Perché queste gemme non splendono? È come se..."
"Come se fossero prive di vita?"
Alea si girò di scatto, una alta figura con indosso vesti da mago ed il volto nascosto da un cappuccio era proprio dietro di lei. Le vistose orecchie a punta che nemmeno il cappuccio poteva nascondere tradivano la sua razza, un Teyvam, così come la sua voce tremolante tradiva l'età avanzata.
"E lei sarebbe?" Chiese Alea indietreggiando di un passo, tenendosi pronta a scattare al minimo segno di pericolo.
"Ah, perdonatemi, non era mia intenzione spaventarvi o essere scortese." Rispose scostando il cappuccio e mostrando il proprio volto solcato da profondi rughe ma dall'aspetto bonario.
"Io sono Evard Leclerc, sommo studioso dell'Etere nonché fondatore del museo in cui ci troviamo."
Disse allargando le braccia a mostrare il salone in cui si trovavano.
"Oh, beh, piacere, io sono Alea Yanglea." Rispose alla presentazione con un lieve inchino.
"Hmm, Yanglea dici eh? Nome inusuale per una Bekku... eppure credo di averlo già sentito da qualche parte..."
"Cosa intendeva per prive di vita?" Alea chiese immediatamente, non lasciando tempo al vecchio Teyvam di proseguire.
"Ah sì, dicevo, queste gemme di risonanza hanno perso il loro lustro poiché sono morte." Edvard fece una breve pausa poi continuò.
"Vedi, come forse già sai, le gemme sono dei cristalli di etere puro, la vera essenza della magia e della vita su Samuha. Queste vengono a crearsi quando una forte anima viene a contatto con il desiderio di un cristallo."
"Il desiderio di un cristallo?"
"Sì mia cara, i Cristalli non sono solo dei graziosi sassolini fluttuani. Oltre ad essere enormi strutture in etere, sono anche la fonte di energia del nostro mondo, sono dei punti di contatto con Samuha stessa."
Alea rimase di stucco, ciò che il vecchio diceva poteva solo significare una cosa; Samuha era un'essere vivente.
 

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