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Cronache di Surakhis 28: elezioni!

Creato il 27 marzo 2010 da Enricobo2
Alba radiosa, nuvole alte sfumate di tenero verde di primavera, vento leggero che portava lontano gli effluvi delle centrali a merda, dalla città verso le bidonville esterne, dove comunque gli abitanti avevano altro a cui pensare. Ma certo, le cose si stavano mettendo meglio, che senso aveva parlare ancora di crisi, come insistevano a fare Peninentes e Morigeratores, luridi spurghi di fogna, pessimisti e detrattori di ogni cosa, insistendo a tirar fuori dettagli come l'aumento delle soppressioni degli schiavi, una riduzione necessaria e sacrosanta per razionalizzare la produzione, quando i segnali di ripresa erano ormai evidenti a tutti. I trasporter per i resort di lusso della terza luna erano quasi raddoppiati, l'uso di Openminder, la miglior droga sul mercato aveva avuto un ottimo incremento e anche l'indice di cessione dei figli alle banche degli organi era cresciuto, tanto che potevi farti un fegato nuovo con poche centinaia di crediti. Però è inutile, c'è sempre chi vuol vedere, interessatamente, il bicchiere mezzo vuoto. Eppure tanto era stato fatto, anche nella direzione del risparmio della macchina imperiale. Per esempio si erano finalmente riuscite ad abbattere le folli spese delle campagne elettorali con l'introduzione del nuovo sistema di votazione, che in un sol colpo aveva risolto anche le infinite diatribe sulla manipolazione dei televoti che nascevano sempre dopo lo spettacolo elettorale Votando tra le stelle, sempre da parte dei soliti perdenti per altro, che andavano insinuando che pacchetti consistenti venivano inviati al calcolatore direttamente dal palazzo imperiale e dai suoi centri del controllo olovisivo. Paularius ne era particolarmente orgoglioso essendo stato uno tra gli ideatori del nuovo sistema, che stava lì sotto gli occhi di tutti, era solo una ottimizzazione scentificamente testata dei modi precedenti. La scienza statistica aveva fatto passi da gigante ormai e attraverso studi acclarati si era convenuto che non era indispensabile far votare tutti, cosa tra l'altro evidente anche senza fare gli intellettuali spocchiosi, ma bastava raccogliere i voti tramite un sondaggio. E' ovvio che anche questa forma aveva subito le solite ingiuste critiche, basate sul fatto che le opinioni di voto erano raccolte dai centri di polizia del regime. Si sa che a certa gente non va mai bene niente, ma per fortuna l'approfondimento degli studi aveva portato a restringere sempre di più il campione necessario ad aveve un risultato corretto, cioè a far trionfare gli uomini indicati dall'Imperatore, fino ad arrivare allo straordinario risultato di ridurre il campione ad una sola persona. L'UMA. L'uomo medio assoluto che racchiudeva con la sua decisione la decisione di tutti; quale più straordinario punto di arrivo per la democrazia. Finalmente il Popolo aveva nelle sue mani, per lo meno in quelle del suo rappresentante effettivo, il potere di nominare il governo del pianeta. Era stato scelto quindi un certo Durando Tritaminchie che viveva in un quartiere proletario di Harappa e di lì a poco sarebbero stati resi noti i risultati del suo voto. Paularius era tranquillo perchè il suo gruppo di Corruptores che stava trattando con Durando da alcuni giorni, aveva mandato di fare offerte a crescere senza limite, a fronte ad ogni tentativo dei Corruptores dell'opposizione. Se la sarebbe cavata, prevedeva, con l'esenzione dagli obblighi contributivi, un posto perpetuo al ministero delle tangenti sulle forniture sanitarie, una conduzione olovisiva per la figlia che voleva fare l'etéra nel famoso programma "A chi la do" ed una tessera di accesso al Club Dei Lenoni, circolo esclusivo che aveva a disposizione la più ampia scelta di covarianti sessuali dell'universo, incluse le Macrovulvae di Aldebaran III e le ambitissime Risucchianti della luna di Vega II. Comunque per tranquillità aveva trattenuto il resto della sua famiglia nel centro di sicurezza per accertamenti. Arrivò a casa mentre dagli altoparlanti stradali, l'olovisione annunciava tra squilli di tromba il radioso futuro del paese del governo dell'imperatore, appena confermato. Poteva andare a riposare tranquillo. La democrazia aveva trionfato ancora una volta.
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