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Cronache di Surakhis: La vergogna dell'onestà.

Creato il 17 luglio 2010 da Enricobo2

L’estate su Surakhis era torrida ed implacabile. Le nuvole cariche di cloro non riuscivano a schermare i raggi e durante il giorno non si scendeva mai sotto i 50°C. A quelle temperature non si sentiva neanche più la puzza delle centrali a merda e tutti si muovevano lentamente, come imbalsamati. Pochissima gente nelle strade, ben coperti dalle tute condizionate, qualche badante gentile e premurosa, come tutte le immigrate andromediane, incaricata dai famigliari di accompagnare un anziano in piazza. Lo lasciavano lì, ben esposto alla luce; in genere non durava più di due o tre ore. Alla sera i robopulitoririsucchiavano la carcassa rinsecchita, senza sporcare nulla. Paularius era inferocito e non certo per la temperatura. Sembrava che d’estate si risvegliassero tutti i rompiscatole del pianeta. Avevano cominciato in sordina e di sorpresa. Certo Cesare, l’imperatore lungocrinito, non si aspettava che con una maggioranza del 99,8 %, il suo governo avesse dei problemi. I due membri dell’opposizione, un po’ dispersi tra i mille rappresentanti del popolo che lui aveva scelto accuratamente, si facevano sentire poco, sia perché aveva avuto cura di selezionarli tra i bonobo muti del continente sud, sia perché appartenevano a due partiti diversi ed in feroce lotta tra di loro. Inaspettatamente i problemi erano sorti invece proprio all’interno del PDM, il Partito del Malaffare, che tanta fatica gli era costato istituzionalizzare. Si erano create subito molte correnti, tutte in lotta tra di loro, i BG, Banditi Grassatori che intendevano conquistare tutti gli appalti solo con la violenza e senza stare a perdere tempo con la distribuzione di giuste tangenti, i SIM , un gruppo religioso simoniaco che pretendeva l’obbligo di trasformare le tasse in acquisto di speciali indulgenze, i CUL, Corruttori uniti liberi, a cui sarebbe bastato approvare una corretta tabella per i vari gradi di corruttele amministrative, contabili e della giustizia, volevano in pratica soltanto ordine e libertà mentre la FIG, Fondazione Interna Gaudentes et putaneros, non chiedevano altro di essere lasciati in pace nelle loro riunioni e di poter dare qualche ministero anche minore, come quello dello Spettacolo Porno, a una delle Vestales che utilizzavano per le loro manifestazioni culturali di approfondimento. Così, a causa delle delazioni incrociate, erano saltati fuori membri del governo che rubavano meno del dovuto; neoassunti, selezionati non secondo corretti gradi di parentela, ma in parte competenti nelle mansioni affidate loro; addirittura l’appalto per la fornitura all’Imperial Lupanare, era stato assegnato senza tangente, anzi pare che le dodici operatrici scelte, tutte diplomate in arti erotiche, fossero le più abili Stimolatrix di Nexus IV e nessuno degli invitati dell’Imperatore aveva lamentato alcunché. Il mondo andava proprio a rovescio. Questi farabutti, colti in flagrante, non solo non si vergognavano di queste azioni moralmente deprecabili e destabilizzanti per una società ordinata e funzionale, ma protestavano innocenza, si dichiaravano offesi e contrariati per le accuse, che asserivano false e pilotate, assicurando di poter dimostrare carte alla mano, di aver preso le giuste tangenti, di aver corrotto i pertinenti responsabili, di aver raccomandato parenti e amici. I loro sodali si dichiaravano fiduciosi in una sollecita risoluzione dell’incidente e generalmente chiudevano il fatto con un:- Ma se gli elettori li hanno votati, pur sapendo che erano onesti, vorrà dire che a loro va bene così, non vi pare?- Comunque qualche cosa bisognava fare. Paularius chiamò in interfono criptato (era stato l’unico modo per evitare di essere intercettati, dopo anni di tentativi per fare approvare la legge antiascolto) i due personaggi più compromessi e li convinse a dare dimissioni formali, con tutti gli onori e piccolo monumento alla memoria. Tra un paio di mesi, col ritorno del fresco nessuno si sarebbe ricordato di niente e sarebbero rientrati nel giro, magari come rifornitori di Vestales, che era sempre un compito gradevole.


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