Cuba: bella e impossibile 15/6/2011
Da Astonvilla
Il primo uomo ad aver utilizzato l’espressione “bella e impossibile”, probabilmente stava approdando a Cuba.
Nessun altro posto al mondo risponde in maniera così perfetta a questa
definizione. Cuba, come una bella donna, si mostra al viaggiatore in
tutto il suo splendore. Bella quanto complicata. Meravigliosa quanto
irraggiungibile.
Colombo avvistò Cuba il 27 ottobre 1492 e la definì “la terra più avvenente che occhi umani abbiano mai visto”.
L’architettura spagnola de La Habana Vieja, simbolo della cutura
caraibica con le sue auto anni Cinquanta, ha uno stile unico e
irripetibile. Al lato opposto dell’isola, la citta’ di Santiago
custodisce i palazzi e i musei piu’ antichi di Cuba.
A Trinidad trionfano le chiese barocche.
Da queste parti l’appagamento dei sensi è completo grazie ad ambienti
naturali tra i piu’ incontaminati al mondo. A Cuba vivono circa unidici
milioni di persone. È la più grande isola dei Caraibi e quella meno
commercializzata, oltre a essere una delle ultime roccaforti mondiali
del comunismo. E qui cominciano le contraddizioni. Sì, perché Cuba è una
sorta di paradiso terrestre per i turisti che vivono qui qualche
settimana: l'isolamento politico ha impedito che l'isola fosse
contaminata dal fenomeno del turismo di massa e la popolazione locale
accoglie con straordinaria cordialità i visitatori. L'embargo
statunitense ha contribuito a tenere lontane da Cuba le navi da crociera
che intasano gli altri porti dei Caraibi. Verrebbe da dire: godetevi
Cuba e trasferitevi nella Isla il prima possibile, perché questo è un paradiso unico al mondo.
E invece no. Cuba è anche l’esatto contrario. Il regime di Fidel Castro ha dimostrato di essere estremamente duro coi propri oppositori. La proprietà privata praticamente non esiste, l’apertura di qualsiasi attività e commercio è un vero e proprio azzardo.
La
popolazione vive nella povertà più assoluta. E se state pensando di
trasferirvi a Cuba, preparatevi a vivere esattamente come la popolazione
locale.
Valentina,
bergamasca, ha una vita legata a doppio filo con Cuba: un ex marito
cubano, un lavoro a l’Havana, un amore viscerale per quest’isola
tropicale: “E’ difficile spiegare cosa rappresenta Cuba per chi ci ha
vissuto. In Italia non esiste niente di simile. Ho visto l’Isola per la
prima volta vent’anni fa. Ogni tanto ci tornavo, cercando di rimanere il
più possibile. Mi sentivo a casa. A Cuba mi sono innamorata e sposata.
L’odore di Cuba è unico, indescrivibile. Lo senti appena si apre il portellone dell’aereo. E’ un misto di umidità, calore, odore di riso bruciato.
E’ un posto che ti apre il cuore, un luogo pieno di dignità e contraddizioni.
Il popolo cubano è estremamente fiero e dignitoso. Un esempio? Non
hanno i soldi per comprarsi nulla, ma il cemento che fa da pavimento in
quasi tutte le case è sempre lucido. Il profumo delle case arriva
perfino dalle abitazioni in cui si allevano polli. Per lavarsi devono
uscire di casa, ma non manca mai deodorante e sapone, tutti hanno un
senso dell’igiene profondo. Non si può dire la stessa cosa delle nostre
grandi città. Avete mai provato a prendere un mezzo pubblico alle due di
pomeriggio?”.
Valentina spiega nei dettagli cosa vuol dire vivere a Cuba: trasferirsi
qui è un’impresa quasi impossibile anche per lei nonostante il legame
coniugale: “Lo stipendio che prendevo a Cuba era di sette/dieci euro al
mese. Lo stipendio medio nell’isola è di dieci/dodici euro al
mese. Il dollaro non viene usato. Non c’è la possibilità di farsi
inviare soldi dall’Italia con i circuiti Visa, Mastercard, e qualsiasi
altro circuito o banca che ha rapporti con gli Stati Uniti. I
trasferimenti di denaro sono quindi difficilissimi. Lo Stato ti mantiene
con la libreta”.
La libreta è una tessera che lo Stato passa ad ogni cubano per l’acquisto dei beni di prima necessità. Ma la libreta da sola non è sufficiente a mantenersi,
anche se il costo della vita in moneta nazionale è molto basso (beni
alimentari a pochi centesimi di euro, case dello stato a un euro al
mese, sanità e istruzione totalmente gratuite). Avere un computer o una
macchina è quasi impossibile.
La libreta cubana
“Ma basta un dato, in ogni caso, a spiegare perché è praticamente impossibile vivere a Cuba da cubano”, spiega Valentina. “Per noi europei è impossibile bere l’acqua che bevono i cubani, che viene bollita per combattere i germi.
Il nostro stomaco non ha anticorpi sufficienti e quindi siamo costretti
a comprare l’acqua minerale. Ma l’acqua minerale costa 1 euro, visto
che viene bevuta solo dai turisti! E certamente non viene passata
tramite la Libreta. Vivere da cubano, perciò, per noi europei significa sopravvivere con la moneta locale per non oltre una settimana”.
Sì, perché Cuba possiede una doppia moneta. Che corrisponde a un doppio mercato. Tutto ciò che è legato al turismo va pagato in cuc, pesos cubani convertibili, che sono stati equiparati al dollaro. Gli abitanti vivono invece con la moneda nacional. Quindi, se volete comparare ad esempio un panino, i prezzi sono due: l’equivalente di trenta centesimi di euro in moneta nacional, l’equivalente di due euro in pesos cubani convertibili. Taxi, ristoranti, hotel, escursioni e affitti vengono pagati in cuc, cioè più o meno il prezzo che dovreste pagare in Italia.
Ancora:
”Se sei cubano e mangi carne bovina o aragosta, puoi andare in carcere,
perché la proprietà di questi alimenti preziosi è dello Stato. La carne
e il latte vanno comprati nel mercato nero”, chiarisce Valentina. “Tutte
le imprese sono dello Stato. Anche la tua casa, la tua macchina. Non
esiste il concetto del “tuo”, Cuba è l’unico vero paese comunista
rimasto al mondo. Ci sono delle eccezioni, certo, ma le persone che godono del lusso della proprietà privata sono pochissime e sono tutte dell’entourage di Fidel”.
Fino a qualche anno fa internet era proibito nella Isla e la maggior parte della popolazione ancora non lo usa.
E gli italiani? “ Ci sono gli italiani a Cuba, ma sono pochissimi.
Bisogna prendere accordi col governo per avviare un’attività
imprenditoriale. Ci vogliono molti soldi ed è rischiosissimo: se a Cuba
salta il governo, tutte le posizioni acquisite potrebbero saltare. Gli italiani preferiscono andare in Repubblica Dominicana, lì c’è la proprietà privata.…
Le regole per risiedere a Cuba cambiano continuamente.
Generalmente è molto difficile stare più di tre mesi, bisogna uscire
dal Paese almeno per un giorno e andare e tornare dal Messico costa più
di duecento euro. Per avere la residenza temporale e poter godere di un
visto annuale, bisogna dimostrare di avere un lavoro o un’attività
imprenditoriale. Ma per fare questo bisogna sottoporre alle autorità
cubane un progetto imprenditoriale con competenze specifiche e
consistenti capitali.
Tuttavia ci sono dei segni inequivocabili che lasciano intravedere una vicina svolta liberale.
Nel settembre 1996 l’amministrazione Castro ha concesso alle società
straniere di acquisire e gestire imprese commerciali e tenute agricole.
Alla
fiera dell'Havana, svoltasi alla fine del settembre 2002, hanno
partecipato trecento aziende americane del settore agroalimentare che
hanno dimostrato di ritenere l'embargo di fatto superato. Attualmente
Cuba importa dagli USA il 16% del fabbisogno alimentare ma l'obiettivo è
arrivare al 60%, grazie a occasioni come questa recente fiera,
organizzata in collaborazione con il dipartimento del tesoro e del
commercio dell'amministrazione statunitense.
Il
18 febbraio 2008 Fidel Castro ha rinunciato alle cariche di Presidente
del Consiglio di Stato e Comandante in capo, affidando il governo al
fratello Raúl; Fidel continua tuttavia a ricoprire la carica di
Segretario del Partito Comunista Cubano.
Cambiamenti epocali per l’isola sono in vista, anche grazie alla nuova politica estera di Barack Obama. E’
probabile che si aprano presto grandi occasioni di investimenti, di
guadagni e di vita qualitativamente alta. Questo naturalmente a scapito
del carattere unico dell’isola, del suo turismo ancora non invadente,
del suo essere l’Isola della Rivoluzione.
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