Fermare uno stato di agitazione interna nella figura rassicurante, e fissa, di chi si ha di fronte. Mai provato? Non funziona con tutti. Quando treno e cuore viaggiano alla stessa velocità, qualcuno ci regala un segnalibro in carne e ossa. Lettore dall’ assetto e aspetto anni settanta, gli occhi piccoli di chi, oltre alla montatura giallo ocra pallido, lascia il sospetto di una gradazione oculare non proprio ottimale. Il suo zaino cede, all’equilibrio precario del treno; e cade, due volte di seguito. Questo me lo rende subito simpatico, perché tra simili la simpatia è prima di tutto un respiro di sollievo. Lui è pacifico, cambia espressione con riguardo al cambiare del libro preso in mano. I libri sono due, alterna la presa usando tutte e due le mani. Probabilmente sta programmando un viaggio importante. Diventa un tandem: a ben vedere anche i lettori sono due. Il guanto con cui sfoglia il romanzo, quello con la giornalista in copertina, prevede una faccia assorta. Il lettore della guida di Cuba, invece, sfila il guanto e scrive qualche appunto a matita. Più sicuro, con riserva di sorriso. Gli occhiali sono gli stessi, ma le sopracciglia, le mie alleate di sempre, non mentono mai. E sono loro che variano, al variare del libro preso in mano. Scendo a Jesi salutandoli entrambi, con gratitudine. Mi hanno fatto da schermo, in tutti i sensi. Un sopracciglio è per sempre.
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