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Cuba rielegge Raúl Castro per un secondo mandato presidenziale

Creato il 25 febbraio 2013 da Eldorado

Il tempo è poco ed il compito gigantesco: con queste parole Raúl Castro nel dicembre 2010 esponeva ai cubani ed al mondo la situazione in cui versava l’isola e la sua rivoluzione. A distanza di poco più di due anni, Cuba ha avviato un moderato piano di riforme e la rivoluzione ha ripreso ad andare: quale sarà la sua direzione è ancora presto per poterlo dire. Intanto, la rinnovata Assemblea nazionale, riunita per la prima volta dopo le elezioni del 3 febbraio scorso, ha confermato quanto già ci si aspettava e cioè che Castro sarebbe stato investito per un nuovo mandato presidenziale. Detto e fatto.
Accompagnato dal fratello Fidel, riapparso in Parlamento dopo due anni e mezzo di assenza, Raúl ha assistito all’elezione di uno dei suoi uomini di fiducia alla carica di vice-presidente. In pratica, la nomina di Miguel Díaz Canel è un segnale preciso su chi sarà il favorito alla successione prevista nel 2018. 52 anni, ingegnere elettronico, ex Ministro dell’Educazione, Díaz Canel è stato preferito al Ministro degli esteri Bruno Rodríguez ed al responsabile del programma riformatore, Marino Murillo. Un’indicazione chiara, che risponde all’esigenza dei Castro di ungere un esponente brillante della nuova generazione dei dirigenti cubani. Díaz Canel risponde ai requisiti: da giovane ha combattuto in Nicaragua contro i somozisti e, una volta tornato in patria, ha fatto tutta la gavetta necessaria prima di ottenere i primi incarichi di responsabilità. Chiamato a dirigere il dicastero per l’educazione superiore, ha lavorato nell’ultimo anno a rinsaldare l’alleanza con il Venezuela ed ha perorare la causa della Palestina all’Onu. Sia l’età che il prestigio stanno dalla sua parte, resta da vedere come lavorerà nei prossimi cinque anni.
Altra carica importante è stata assegnata a Esteban Lazo, che è stato chiamato a sostituire il carismatico Ricardo Alarcón alla presidenza dell’Assemblea nazionale. 69 anni, importante membro del Consiglio di Stato, non sembra però in grado di impensierire la futura candidatura a leader di Díaz Canel. Per l’economista Marino Murillo, invece, è arrivata la conferma –importante- al comando del programma delle riforme che stanno traghettando Cuba verso il socialismo del XXI secolo.
Cuba elegge di nuovo Raúl, ma guarda più in là. Lo stesso Castro l’ha confermato durante il discorso di ringraziamento all’Assemblea nazionale: cinque anni ancora e poi mi ritiro. Cinque anni che serviranno a forgiare un nuovo timoniere per l’isola che sfida il tempo.


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