Magazine Diario personale

Cuccioli d’uomo

Creato il 01 novembre 2015 da Povna @povna

Quest’anno, a differenza degli ultimi due o tre, la percezione della natura intrinseca dei nuovi primini alla ‘povna si era squadernata quasi immediatamente. Appena entrata in classe, la prima ad accoglierli (come oramai è tradizione da molto tempo a questa parte), mentre faceva i giochi di fiducia soliti (il filo del discorso col gomitolo, l’intervista possibile, il gioco del nome, l’orientamento nello spazio), e apprezzava la loro eterogeneità vispa; mentre leggeva loro la filastrocca appositamente preparata, in estate, con l’Ingegnera Tosta, e lavorava insieme a loro sugli animali e l’arca (che è stato il loro tema conduttore e filo rosso); mentre si districava, nelle settimane successive, tra le ore ridotte di un orario che l’ha portata a vederli per la metà del tempo giusto; mentre imparava i loro nomi (con la consueta velocità che le è compagna), e distingueva trenta diversi tipi di sorrisi e sguardi vispi, da associare ad altrettanti volti nuovi; mentre riceveva in aula le visite dei Merry Men, che, visti così, dalla pianura della prima, sembravano vette di montagna; mentre faceva tutto questo, e molto altro, un’immagine soltanto, sempre quella, si stagliava potente nella testa. La ‘povna ci ha messo un po’, per la verità, ad accoglierla, perché una tale velocità di agnizione mancava oramai dai suoi incontri con le classi dal tempo dei Merry Men e dei Pesci, e dunque a stento le pareva possibile di avere già trovato, così, in quattro balletti, il nome con cui poterli battezzare.
Ma al destino narrativo non si sfugge, la legge della trama è ineluttabile. Così la ‘povna, pur senza concedere ancora a loro, tignosa, l’onore della cronaca, ha iniziato a chiamarli oramai da molte settimane con il nome che appartiene loro di diritto. I primini di quest’anno, buffi come sono, intelligenti, difformi, caotici, da formare, curiosi, grezzi – tutte queste cose insieme, come gruppo, e poi ciascuno declinato nella sua originalità di singolo – si rivelano infatti Cuccioli d’uomo a prima vista. Ed è così che la ‘povna – novella Akela, ma anche un po’ Baloo, e Bagheera, ma anche Shere Khan, e Kaa, e pure un po’ scimmia – si troverà a interagire con loro per questo anno scolastico. Insegnando loro la lingua della foresta e la logica del branco; ma anche, possibilmente, a maneggiare con cautela e intelligenza il fiore rosso, e a parlare il linguaggio degli uomini, oltre a quello degli altri animali.
Comincia così il viaggio, che si annuncia misto, di acqua e terra, perché le specie a bordo dell’arca sono tante, e la giungla offre una scuola di vita complessa e complicata. La ‘povna che sia buono se lo augura da sola, così come lo ha detto a tutti loro, il primo giorno. E se qualcuno avesse voglia di leggere, insieme a lei, le parole della filastrocca con cui si sono dati il benvenuto, un mese e mezzo fa, la password per entrare (il cucciolo d’uomo per eccellenza, del resto, non può essere che quello) è squadernata, ovvia, già da sé.


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