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Cuccioli – Il paese del vento

Creato il 31 marzo 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Anno: 2014

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 80′

Genere: Animazione

Nazionalità: Italia

Regia: Sergio Manfio

Data di uscita: 27 Marzo 2014

Se l’animazione cinematografica italiana per il cinema latita, quella televisiva va a gonfie vele. Lo hanno dimostrato le Winx e i Cuccioli, non a caso diventati film. Proprio le creature animali di Sergio e Francesco Manfio sono al centro di una seconda trasposizione cinematografica, dopo il buon andamento del Codice Marco Polo: Cuccioli – Il paese del vento.

La storia vede i Cuccioli affrontare la maga Cornacchia, intenzionata a rubare la girandola che crea il vento, fonte di energia con cui il paese di Soffio, dove vivono i Cuccioli, si alimenta. Avventure e colpi di scena per i più piccoli, nella sceneggiatura dei fratelli Manfio, per un film d’animazione (distribuito anche in 3D) che cerca di combinare il lato fiabesco della storia con la modernità della sua premessa ecologista.

Il cuore del conflitto infatti è lo scontro tra le risorse inquinanti e pericolose dell’energia nucleare (ma in più in generale della combustione) contro la pulizia e l’infinità di quelle alternative, che i Manfio raccontano con intelligenza, non caricando il messaggio come fosse un pamphlet, ma facendolo filtrare tra l’azione e le vicende dei personaggi: il resto è un film che si muove tra il fantasy a misura di bambino (under 8) e tocchi di fantascienza in cui s’intravede un’eco di Yattaman, conditi con una sorta di interattività tramite cui gli spettatori battono le mani o parlano con i personaggi.

I personaggi funzionano ed è bella l’idea di far parlare il pulcino Senzanome per cartelli che si animano: peccato che l’animazione legnosa e qualche limite tecnico sacrificano il senso di meraviglia delle immagini e del racconto. Ma tra film per bambini che puntano allo spettatore passivo e al merchandising, i fratelli manfio cercano anche di diffondere un senso morale ed ecologico nello spettatore. Non è questione da poco.

Emanuele Rauco


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