Da sempre la cucina francese è considerata sinonimo d’eccellenza. Anche se non si apprezza la nouvelle cusine, fatta di piatti all’avanguardia ma dalle piccole porzioni, non si può negare che la cucina regionale francese offra numerose bontà degne di nota.
L’UNESCO, considerando il contesto sociale ed il piacere della convivialità come parte integrante della cultura gastronomica, ha inserito la cucina francese nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità, equiparandola ad una vera e propria opera d’arte da tutelare.
Mangiare è un’arte che parte dalla scelta degli ingredienti, sempre di qualità, per proseguire con la selezione dei piatti da preparare per giungere al modo di apparecchiare ed imbandire la tavola.
Si tratta di una pratica che tutti mettiamo in atto per feste, celebrazioni o per il semplice piacere di stare assieme.
Come tutte le arti, però, ha le sue regole di applicazione per essere apprezzata in tutta la sua bellezza e perfezione.
Bisogna iniziare con un aperitivo e continuare con quattro portate, un antipasto, un secondo di carne o pesce accompagnato da verdure, del formaggio ed il dessert. Concludendo con il giusto digestivo.
Ammettendo che sarebbe improponibile, anche per una buongustaia come me, consumare pasti così ricchi ogni giorno, ritengo che la cucina francese sia molto apprezzabile.
Ogni regione ha le sue caratteristiche peculiari pur mantenendo un patrimonio nazionale che comprende oltre 400 tipi di formaggi, pregiati vini, foie gras, crostacei e molto altro.
Essendo per me geograficamente vicina, spesso vado in Francia anche solo per trascorrere una giornata o per acquistare qualche prodotto tipico.
Per ricordare qualche piatto caratteristico da preparare anche anche a casa posso citare la tarte flambèe alsaziana, il fondent au chocolat provenzale, la tartiflette tipica di Briançon e la Cassole d’Ambert.