Federtico intento a scrivere il diario di bordo
Federico ce l’ha fatta! Con il suo mini ITA556 ha gettato l’ancora a Portoferraio alle 8.30 di venerdì 23 dopo aver percorso in solitario un anello di 1000 miglia completando così la qualifica per la regata transoceanica Transat 2013. La performance è servita a dimostrare al comitato di gara di essere in grado di passare da solo, in mare, due settimane, tornando con lo stesso grado di sanità mentale che si aveva alla partenza, e avendo anche voglia di tornare in mare per una regata. Essere veloci non è necessario, non c’è un tempo minimo da rispettare; tuttavia i ministi sono velisti molto competitivi, e fare un buon tempo conferisce visibilità e buona fama.Navigare 24 ore al giorno, non è solo una prova di resistenza, è un gioco incentrato sulla “velocità”.
Il risveglio…
Questa è la parola d’ordine, l’obiettivo, e i mezzi per raggiungerlo sono davvero tanti. Bilanciamento dei pesi, vele, configurazioni del pilota, la branda dove si riposa, la disposizione di ogni oggetto e dispositivo a bordo, cosa mangiare, quando e come.Organizzare il proprio mezzo e costruire un equilibrio mentale, fisico e psicologico che consenta di far correre la barca con il cattivo tempo, nel mare fino Beaufort 7 e oltre operando con serenità, secondo schemi e soluzioni prestabiliti. Facile da scrivere, un lavoro lungo e difficile da realizzare in mare. Per la sicurezza Federico ha avuto un occhio dall’alto, il sistema di rilevamento satellitare dello sponsor Sgs Traking che a permesso ad uno staff di terra, composto da 4 persone, di seguirlo costantemente. Tra le curiosità, un simpatico siparietto con la dogana spagnola. Una loro motovedetta che l’ha fermato al largo di Barcellona, chiedendogli “da che porto è partito?”… l’ha cercato le notti successive fin nei pressi del confine francese per assicurarsi che lasciasse incolume le acque territoriali.
“Burrasca, burrasca.... Ancora burrasca... Girata Giannutri in un mare “indecifrabile” l'ennesimo “7” da ponente, la tormentina è troppo piccola, il solent terzarolato un po’ troppo grande ma con la terza mano alla randa riesco a salire su col pilota automatico, e il bordo a terra fa un angolo che sa quasi di casa, tiro avanti per un po’ di miglia, via il Giglio, Capo Duomo al traverso e la corrente a favore... È partita una sartia volante, e il bozzello della drizza randa, ma riesco a dare una sistemata e andare avanti.
È il mare che non va bene, con i venti da Sud-ovest di ieri notte, i colpi di vento che scendevano da nord, c’è un’onda incrociata che ogni tanto solleva colonne d’acqua che il mini non riesce a superare senza fermarsi, oppure tagliando un muro d’acqua che mi investe e mi sposta di peso. Apprezzo molto il pozzetto del dingo, non una goccia d’acqua in cabina, ma fuori è da brivido, ed è ancora giorno.
Ho deciso di non rischiare, il mare è molto grosso, non si calmerà in un “amen”, probabilmente lascerò l”ormeggio giovedì mattina. Il bollettino Meteomar di oggi è ancora denso di 7, 8 e 9 su e giù per tutto il Tirreno sia per burrasche in corso che in previsione.”
(Piccolo glossario: la tormentina è una piccola vela da tempesta, il Solent è una vela più grande; “prendere le mani” significa ridurre le vele; il dingo è il modello di Mini con cui naviga Federico.)
Le fotogafie sono dei fermi immagine del video girato dallo stesso Federico.
Si può vedere su You Tube a questo indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=RBWYbVnyt2A&feature=youtube_gdata_player