
Il giorno 13 novembre 2015 Parigi è stato il palcoscenico di un ennesimo inside job-false flag. E’ difficile stabilire se la strage parigina, sicuramente orchestrata e perpetrata dai servizi segreti internazionali o, meglio, da una potente e feroce confraternita come l’Hathor Pentalpha (Hathor nell’antico Egitto è un’ipostasi della dea Iside… Iside evoca l’I.S.I.S., il califfato anti-islamico), abbia causato veramente vittime o sia stata una sorta di “girato” cinematografico con tanto di set, comparse, sangue finto, effetti speciali, come nel caso di Charlie Hebdo. Le fonti ufficiali non sono attendibili; i filmati e gli scatti fotografici sono quello che sono, spesso sfocati, con angolazioni improbabili; inoltre riprendono ambulanze, gente spaventata, forze dell’ordine, pattuglie, ma non inquadrano feriti e vittime, se non in contesti dubbi, con persone uccise (?) i cui vestiti non presentano una sola macchia di sangue. Le interviste rilasciate da “parenti” ed “amici” delle presunte vittime sembrano esibire il solito copione, con dolore e sdegno simulati.

Ci vorrebbe molto tempo per sviscerare l’episodio parigino: già molti giornalisti indipendenti hanno cominciato ad evidenziare le contraddizioni ed i particolari inverosimili delle versioni propalate dai media di regime. Qui basti, almeno per ora, ricordare che la verità su quanto accaduto nella capitale francese è certamente diversa da quanto raccontano gazzettieri e falsi testimoni: in un altro ambito, si ripete quanto avvenne con il disastro dell’aereo appartenente alla compagnia Germanwings, quando, a distanza di poche ore dall’incidente, la disinformazione cominciò a creare un groviglio tanto inestricabile di antefatti, vicende, personaggi, scopi, azioni… da far invidia ad un indigesto romanzo di Umberto Eco.

La presenza di questa figurante in almeno tre occasioni diverse dovrebbe insinuare qualche perplessità sulle ricostruzioni ufficiali che, anche a prescindere da ciò, fanno acqua da tutte le parti.
Per adesso rinviamo alla lettura degli articoli salienti su questo nuovo vaudeville, non mancando, però, di sottolineare che, interpretando la situazione parigina, bisogna evitare di cadere nel solito dualismo: non si deve attribuire, per esempio, la mattanza (?) solo alla N.A.T.O. o ai servizi segreti di un singolo stato, come se queste entità agissero contro la Francia o l’Unione europea per costringerle ad accettare chissà quale clausola-capestro di chissà quale accordo. E’ palese che tali atti sono ideati e compiuti da poteri sovranazionali, rispetto ai quali la stessa N.A.T.O. ed il Mossad sono come pedoni rispetto alla regina nel gioco degli scacchi. La longa manus è pericolosissima soprattutto perché ignora e trascende qualsiasi appartenenza nazionale oltre che qualsivoglia scrupolo etico.
Fonti:
- Maratona di Boston: quando il governo è il tuo peggiore nemico, 2013
- Quando il mondo è un palcoscenico: canovacci ed attori per le operazioni “falsa bandiera”, 2015
- Precipita velivolo commerciale sulle Alpi francesi: completamente falsa la versione ufficiale!, 2015
- Paris Shooting: 10 Ways It Looks Like A Hallmark False Flag Op, 2015
- Paris Terror Attacks Executed To Lock Down Climate Summit Conference, 2015
- Paris Attacks: A Perfect Pretext For NATO To Mobilize in Syria and Iraq, 2015
- Strage a Parigi, operazione militare truccata da jihadismo
- Attentato Isis Parigi, “terroristi bianchi, come soldati”, 2015
- Ci vogliono in guerra, l’Isis è solo manovalanza (di fiducia), 2015
- Charlie Hedbo: Secretati i documenti. Perché?
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