Magazine Diario personale

Cultura 2.0

Creato il 16 maggio 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia

È evidente, sono una fervida sostenitrice del progresso tecnologico; a mio parere, la maggior parte delle invenzioni degli ultimi anni hanno sicuramente migliorato e razionalizzato la vita di noi esseri umani. Sono felice, quindi, di poter navigare su internet e di poter comprimere 8 miliardi di canzoni in una scatolina grande come una confezione di cerini. Certo è che ogni tanto mi sento Matusalemme, nonostante i miei soli 22 inverni. Eh sì, perchè sebbene io sostenga tutto 'sto progresso tecnologico, mi sono resa conto che ne so sempre di meno.
Infatti un paio di giorni fa, parlando con i miei colleghi, è saltata fuori la domanda: “Ma tu fai periodicamente la deframmentazione del disco?”. Tutto ciò che hanno ottenuto da me, in quel preciso istante, è stata una faccia interrogativa, come quelle che ti spuntano fuori quando tua mamma, improvvisamente, ti chiede dove sia finito quel pullover che tu non vedi da almeno dieci anni. “Defra-che? Cos'è? Dove si compra?”. Tutti mi hanno guardato come un alieno. “Ma sei fuori? Ma dove vivi?”. Non lo so dove vivo, sinceramente. So che dovrei occuparmi del mio pc e so anche che non dovrei mai trascurare tutti i miei apparecchi ipertecnologici, ma proprio non me ne ricordo.
E alla domanda “Ma dove vivi?!” ho deciso di rispondere così: vivo ancora in un posto dove è bello sfogliare un libro e avere la storia tra le mani, perchè se leggessi un racconto attraverso uno schermo non riuscirei mai a godermelo. Vivo ancora in un posto dove comprare i cd fa ancora figo, anche se scaricare musica è molto più facile ed economico. Vivo ancora con un cellulare con i tasti, perchè il touchscreen non combino proprio ad usarlo (quanti messaggi incomprensibili sono stati mandati grazie al touchscreen?). Vivo ancora in un posto dove credo che il backuppotremmo chiamarlo tranquillamente salvataggio su disco esterno(che poi, se si rompe anche il disco esterno?). Vivo ancora con la convinzione che vedersi un film o una serie tv sul televisore stravinca sulla visione tramite pc; perchè megavideo sarà anche una dritta (anzi no, ERA una dritta), ma la risoluzione del pc fa schifo in moltissimi casi. Ah sì, vivo anche in un mondo dove le foto sarebbe meglio stamparle, perchè così puoi davvero toccare il ricordo; tra l'altro poco tempo fa mi sono resa conto che la mia è una delle ultime generazioni che ha avuto l'onore di cambiare il rullino, e non la memory card.
Intendiamoci, possiedo un pc, ho una nikon bridge digitale, uso la chiavetta usb e ascolto musica con il mio mp3. E una volta ho provato a leggere un libro tramite l'iPad (quattro pagine e poi mi cadevano i bulbi oculari). Ma ogni tanto mi piace prendere i miei pacchi di foto e sparpagliarli per terra, indugiando tra i miei ricordi. I cd continuano ad accompagnarmi nei miei viaggi in macchina (e nelle pulizie domestiche). I libri, invece, posso leggerli solo se posso anche sfogliarli e sentire il profumo della carta. No, non sono Matusalemme, è che non voglio perdere delle abitudini che ritengo ancora buone; non è questione di essere retrogradi, anche perchè credo che i vecchi mezzi possano convivere tranquillamente con quelli del ventunesimo secolo. Certo è che magari si dovrà imparare come trattare questi nuovi mezzi, perchè se una volta dovevi semplicemente portare il rullino dal fotografo, adesso, invece, devi deframmentare il disco. E vai a capire dov'è 'sto disco!

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