Noi di Patuasia, consideriamo i soldi spesi per la cultura un investimento sempre! Ma, come per tutti gli investimenti, si rendono necessarie le verifiche che, in questo caso, non sono il ritorno economico, anzi questo è sempre secondario rispetto a quello dell’arricchimento culturale e, di conseguenza, comportamentale di una collettività. Abbiamo spesso fatto notare come le ingenti somme elargite dall’assessorato alla Cultura, tramite la successione dei vari assessori, non abbiano creato un humus culturale stimolante e vivo: eravamo e rimaniamo dei paesani piuttosto rozzi. La cultura ha bisogno di un progetto che segua un obiettivo; da noi così è stato fatto ai tempi dell’assessore al Turismo Liborio Pascale e del prof. Janus, quando questi voleva creare e aveva creato, una vetrina nazionale sull’arte contemporanea. Dopo di lui la politica o meglio i politici, si sono accaparrati senza competenze della cultura utilizzandola come arma di potere per obiettivi clientelari. Le sedi espositive che avevano il loro genius loci, divennero luoghi anarchici dove si è esposto di tutto. La situazione oggi non è cambiata. Riconosciamo all’attuale assessore, Laurent Viérin, uno sforzo che condividiamo, per la salvaguardia della cultura di tradizione, ma al tempo stesso identifichiamo in lui il provincialismo di chi si lascia facilmente tentare dalle sirene del-successo-che -fu. Non abbiamo bisogno di personaggi come Forattini o Mogol o Toscani e neppure della Fondazione Re Rebaudengo, abbiamo bisogno di un progetto unico, straordinario, nostro, capace di rivitalizzare il nostro pensiero e darlo in pasto al mondo. Inseguendo le celebrità facciamo solo i loro interessi, a loro non importa nulla della Valle d’Aosta, sono attratti solo dai suoi soldi.
Magazine Società
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