Un post su femminismo a sud analizzava come i giornali contribuiscano a creare un immaginario, attorno ad una vicenda di stupro, che contribuisce a formare nell’opinione pubblica un pregiudizio di condanna verso la vittima, forse sicuramente perchè anche loro pensano che un pò se l’è cercata.
Lo stupro efferato che ha fatto molto discutere è avvenuto due settimane fa in privincia de l’Aquila a danno di una mia pressapoco coetanea che malgrado si trovasse ancora in ospedale con gravi ferite nel corpo e nell’anima i suoi stupratori non solo sono liberi come nulla fosse successo ma gli è stato permesso di continuare il servizio militare per la sicurezza delle strade.
Insomma, ci rendiamo conto? Protetti dallo Stato e non solo, con il rischio possano cadere in recidiva e per di più vanno in giro per le strade per garantire la sicurezza. Di chi, da cosa?
Come si può delegare la sicurezza in mano a tre stupratori? Sicurezza da cosa? Mi suona un pò come licenza di sturpare riservata solo ai maschi italiani. Infatti l’operazione Strade Sicure è nata proprio per tutelare le vittime dagli stupri in strada. Fortuna che qualcuno prende posizione contro questo e affigge un cartellone per chiedere la sospensione dal servizio militare dei tre accusati, perchè con loro in giro non ci sentiamo sicure per nulla.
Che lo Stato odia le donne noi lo sappiamo e non sono paranoie, ma io ho aperto un post per parlare di come i mass-media contribuiscano a creare un immaginario favorevole allo stupro, perfino con le immagini.
Ho spesso ripetuto che la comunicazione parla anche tramite le immagini che veicola.
Come avete notato tutti, molti giornali hanno “il vizio” di inserire immagini come questa:
Gonna corta, scollatura ampia…insomma ecco l’erotizzazione della vittima di stupro che non fa che spinger ei commentatori a pensare che se l’è cercata o che l’uomo l’ha violentata perchè non ha saputo resistere alla sua bellezza. Altro particolare è il luogo dello stupro che contruibisce a generare il luogo comune secondo il quale gli stupri avvengono solo fuori dalle mura domestiche e in luoghi malfamati.
Seconda immagine ma assai simile alla prima. l posto dei tacchi due infradito ma il risultato non cambia. Ecco un’altra immagine che incita all’accettamento dello stupro e che fanno immagianre ai lettori come era vestita la vittima e dove si trovava (pare una cantina buia da film horror, quindi si presume fosse stata rapita). Diversa dalla prima ma tanto simile perchè porta il lettore a chiedersi: “ma forse se vestiva con gonne più lunghe?”.
Adesso veniamo alla serie “stupri in ambiente domestico”. L’abbigliamento e l’aspetto della modella però non cambia. Minorenne in minishort. Altra immagine “patriarcale”.
Che dire di questa? Altra immagine che indica che l’abbigliamento e dall’aspetto estetico della vittima (sempre giovane, sempre carina) contano tantissimo.
Certe immagini sono più pericolose della famigerata pubblicità sessista. Se vedete immagini simili allegate ad una notizia di stupro non esitate ad avvisare la redazione che stanno contribuendo a creare un imamginario a faovre dello stupro e chiedetegli di optare per altre immagini.
Mary