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Cultura, la recensione di “Etruria Felix”: una classe liceale di gatti nel libro di Melisanda Massei Autunnali

Creato il 15 novembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Luca Maciachini) – Vi immaginereste mai una classe liceale non di ragazzi in carne ed ossa ma di gatti? Sì, proprio di felini comuni…bè, forse non proprio comunemente intesi, ma che riescono a fondere le caratteristiche degli studenti di liceo classico (ognuno con la sua propria personalità) con le sinuosità , gli opportunismi e le furberie, ma anche le tipiche movenze fisiche dei nostri amici quadrupedi “pelosi”. Un piccolo sforzo di fantasia e… eccovi serviti da “ETRURIA FELIX”, terza opera letteraria del ciclo “Progetto Dodecapoli” dell’autrice toscana Melisanda Massei Autunnali.

(facebook.com)

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L’intento di dare una sorta di “summa” storico – archeologica si unisce così ad una gradevole storia che vede come protagonisti la classe di gatti insieme al professor Bellandi, insegnante in carne ed ossa un po’ in bilico tra lo stralunato e il tentativo di essere “tutto d’un pezzo” di fronte a questa curiosa quanto improbabile “combriccola”, cui si rivolge un po’ grottescamente con appellativi tipicamente toscani (“lei là col pel nero”…).

Le caratteristiche feline sono quelle che determinano, di fatto, lo svolgimento del plot narrativo; i gatti( identificati con tanto di nome e cognome come dei veri esseri umani) hanno i loro bio – ritmi e dunque è impensabile che resistano più di un tanto seduti a dei banchi di scuola. Ecco dunque la “curiosità” che proverbialmente può “uccidere” il gatto, in questo caso sprona il professore all’apprendimento sul “campo” con continue gite e visite sui luoghi della storia che una classe di allievi “normali” si limiterebbe ad apprendere sui libri di testo (e ,sembra suggerirci l’autrice, forse è questa anche la “natura” degli allievi di una certa età in cui gli impulsi vitali si fan sentire di più e così potrebbero esser più facilmente appagati). I gatti si fanno notare chi per la diligenza, chi per l’essere scapestrato, chi per la timidezza ( e tra l’altro sono persino ritratti in appendice al libro ognuno con la propria fotografia).

Il protagonista però risulta il gatto Ivano Tussinini, quello più sensibile e intelligente anche se a volte sottilmente presuntuoso, con cui il professore ha una sorta di rapporto “privilegiato”; nella divertente assurdità della vicenda, si tratta del gatto in cui Bellandi trova spinta e motivazione al proprio ruolo in una sorta di dialettica fra “speci viventi” (a volte si può notare anche una chiara intesa “para-verbale”); quello che lo stimola a discussioni culturali che spesso si rivelano l’altra faccia di quelle umanitarie, laddove con altri gatti alunni è più difficile instaurare un dialogo più “ragionevole” . Del resto i gatti hanno spesso occasione di rivelarsi metaforicamente l’altra faccia di… (per continuare a leggere la recensione cliccare qui —> “lucamaciacchini.com“).

“Etruria Felix” è uscito nel 2013, edito da “Il Foglio Letterario”.


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