Un ritmo coinvolgente ci fa spesso soprassedere a testi qualitativamente scarsi.
Mi ritrovo affascinata in quest’ultimo periodo dai successi di Stromae: ritmicamente accattivanti, musicalmente perfetti. Così mi vien la voglia di andarmi a leggere qualche testo; per il poco francese di mia conoscenza, faccio ricorso anche ad alcune traduzioni circolanti in internet, che correggo ‘cum grano salis’. Il problema è che alla fine dell’analisi ci trovo poco o niente; una protesta tanto per protestare, un senso di malinconia trasmessa da frasi piuttosto aggressive (anche fonicamente)che mi danno l’idea che certe canzoni ritraggano contesti squallidi.
Beh qualcuno obietterà che anche correnti letterarie- artistiche rinomatissime hanno ‘fotografato’ la realtà in modo crudo, senza troppo edulcorarla con artificiose retoriche. Ma- rispondo io- correnti come verismo e realismo, o come il più nostrano neo-realismo, pur trattando anche tematiche scabrose, hanno utilizzato sempre una finezza espressiva che non appartiene a questi testi; forti, d’impatto, ma che si assomigliano tanto a una pezzo di carne offerto sul bancone del macellaio senza troppo rispetto per il fatto che si cibo.
Ci vuole finezza, ahimè, anche nel presentare certe cose; ci vuole un po’ di delicatezza.
Con questo non smetterò di lasciarmi affascinare dai ritmi di questo artista, che senz’altro ha saputo cavalcare l’onda della denuncia nei confronti del conformismo sociale o pseudo-borghese in cui tutta la nostra società è caudta; ma li ascolterò sempre ‘cum grano salis’. Perché ci vuol dell’altro, secondo me, per dichiararsi stromae (maestro).