Mangiare, mangiare, mangiare.
È il leitmotiv delle feste natalizie. Mangiare con i familiari, con gli amici, con gli amici degli amici. E uno dei discorsi preferiti da noi italiani, durante pranzi e cene, è il mangiare.
Difficile dire di no ad un invito a cena in questo periodo. Si può fare certo, ma è difficile. E così si mangia ancora, e ancora e ancora.
Vi sembrerò noioso, ma oggi voglio consigliarvi un libro che, come avrete capito dal titolo, riguarda proprio il cibo. L'autore, Allan Bay, è giornalista nel settore enogastronomico, e il mangiare e la cucina sono i suoi hobby prediletti.
Personalmente non sono un grande cuoco, né tantomeno un intenditore di vini - sono quasi mezzo astemio a dir la verità. Ma, ogni tanto, mi piace mettermi alla prova con pentole e fornelli, soprattutto se i prodotti sono quelli del mio orticello. Ecco perché ho scelto di leggere questo libro. Mi sono detto: "vediamo se riesco ad aggiungere qualche termine (leggi piatto) al mio vocabolario culinario".
Il libro mi è piaciuto. Scritto in modo chiaro, ricco di consigli e ricette. Quello che ho apprezzato di più è il tono: Allan Bay suggerisce, ha le sue idee e i suoi gusti, ma non li fa diventare una religione alla quale non puoi trasgredire. Mi sono piaciuti molti i piccoli capitoletti che si rincorrono nel libro, tra una ricetta e l'altra, sul "Politicamente scorretto", in particolare: "si può mangiare bene spendendo poco?" (pag. 206). La risposta è no, e ne sono convinto anch'io. Se la cucina la vuoi considerare un'arte, devi lasciare al cuoco la possibilità di utilizzare i migliori ingredienti, di avere personale qualificato e strumenti all'altezza del suo mestiere. E questo ha un costo!
"[...] altro è il nutrirsi [...] dare al nostro corpo le calorie necessarie con una piacevolezza sufficiente, garantiti dal punto di vista sanitario, giustamente a un prezzo conveniente. [...] Ma il mangiare bene, molto bene, è un'altra cosa." (pag. 206)
Lo stesso concetto - qualità del lavoro e prezzo della prestazione - lo si dovrebbe applicare a tutti gli ambiti possibili nella nostra società. Vi faccio un esempio, che mi ha colpito. Qualche giorno fa, prima delle feste, gironzolo a ufo in un centro commerciale della mia città - qualche volta mi piace gironzolare a ufo nei centro commerciali, li considero dei musei d'arte contemporanea dove non paghi il biglietto d'ingresso, tutte quelle merci sugli scaffali sono opere d'arte!
Nel mio gironzolare vedo un nuovo negozio di abbigliamento. Grande e ben curato nell'allestimento. Butto un'occhiata e vedo i prezzi. Costa così poco un cappotto? Un giubbino con un prezzo ridicolo! È mai possibile? Entro. Gironzolo anche lì dentro. Prima guardo i vestiti, poi le etichette. Eccolo il trucco del cappotto. 5% di lana, 95% di poliestere! Scusatemi, ma questa roba per me è già spazzatura! E una bestemmia al lavoro e alla qualità. Preferisco comperarmi un cappotto uno ma fatto bene piuttosto che 3 di questi. Anche se lo pago di più. Anzi, sono contento di pagarlo di più, mi sento meglio con la mia coscienza... mio parere personale. E chiusa la parentesi sui cappotti.
Ritorniamo al libro. Bellissima l'apertura con dei brevi paragrafi titolati e dedicati ai tipi di olio - e anche qui un discorso sulla qualità oggettiva dell'olio buono e dell'olio meno buono, a prescindere dal tipo d'olio che poi una persona utilizza - e ai grassi usati in cucina - burro, margarina, panna e strutto.
E poi tante ricette. Dagli antipasti, al finger food, alla pasta, alle zuppe, alle carni, ai dolci...
Cosa ho scoperto di nuovo con questo libro per la mia cucina?
Le alghe. Devo assolutamente provarle!
BAY, ALLAN, Cuochi si diventa 2. Le ricette e i trucchi della buona cucina italiana di oggi, Feltrinelli, Milano 2004, pagg. 313.