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Cuore di mamma: i bambini e le scottature

Creato il 28 gennaio 2012 da Eleonorateragnoli @Elisitjustme

Non c’è niente di peggio del veder soffrire un figlio. Ve lo posso assicurare.
Chi di voi ci è già passato starà sicuramente pensando che io abbia fatto la scoperta dell’America. E lo comprendo. Allora dico a quelli che come me non avevano mai sperimentato una situazione del genere che il cuore di mamma è fatto per sopportare tutto, ma non le urla strazianti del suo bambino.

Fino a oggi, infatti, Amaranta non aveva mai avuto disturbi o malesseri che l’avessero costretta a gridare per il dolore. Qualche piccolo e sporadico episodio di colichetta, sì, qualche piccola scivolata nel tentativo di imparare a camminare, qualche lacrimuccia dettata dalla fame… Ma niente di più.
Da quando è nata, infatti, il nostro percorso è stato tutto in discesa e se pur qualche volta ho dovuto consolarla perché qualcosa l’ha fatta piangere a dirotto, è stato sempre per motivi sottoscrivibili all’ambito della normale quotidianità.

Quanto è successo ieri sera, invece, è stata cosa ben diversa. Premetto che con i bambini ci vogliono sette occhi almeno, specialmente nel periodo in cui cominciano a camminare. E nonostante tu sia sempre lì super attenta a qualunque loro movimento, vuoi per un secondo di distrazione, vuoi per la continua imprevedibilità di questi esserini così piccoli, il pericolo è sempre in agguato. Ieri sera, infatti, la piccola stava camminando insieme alla nonna. E’ stato un secondo.
Passando vicino al termocamino ha allungato una manina per afferrare un giocattolo (che era da tutt’altra parte) e, mettendo in pratica una sorta di finta e variando improvvisamente direzione del braccino, si è allungata a toccare il vetro infuocato. Ovviamente l’abbiamo ritratta immediatamente, ma il peggio era già arrivato. E il contatto avvenuto. Non sappiamo se la scottatura l’abbia più addolorata o spaventata, fatto sta che ha pianto ininterrottamente per 4 ore, attingendo anche alle riserve di energia più impossibili. Coccole, bacini, parole rassicuranti… Nulla è servito a calmarla. Neanche il suo amatissimo lattuccio caldo. Naturalmente, abbiamo chiamato subito il pediatra che, come è normale in questi casi, ci ha detto che l’unica cosa che potevamo fare era immergere la manina della bimba sotto un flusso abbondante di acqua fredda. Nulla è servito. Le urla peggioravano. Io, che sono calma per natura e difficilmente vado in panico, ho resistito per tre ore, poi, straziata, ho ceduto alla sofferenza. Per fortuna, a quel punto, la bambina si è addormentata :

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