Cura delle varici
La terapia sclerosante
La terapia sclerosante si propone di eliminare le varici con mezzi chimici.
Il trattamento consiste nell’iniettare nella varice una sostanza che irriti ed alteri l’endotelio (il tessuto endoteliale riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore. Le funzioni che esso riveste oltre a quella di dare un tono muscolare al vaso e creare una barriera, comprendono la filtrazione dei fluidi, la coagulazione, il reclutamento dei neutrofili (anticorpi) e il passaggio di ormoni) e gli altri strati sottostanti della parete del vaso.
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Lo scopo è quello di provocare un’infiammazione della vena con formazione secondaria di tessuto connettivo cicatriziale.
In tal modo la vena si trasforma in un cordone fibroso denso, impervio al sangue.
Nel caso invece che l’infiammazione chimica si comporti come ogni altra forma di tromboflebite ed evolva verso la ricanalizzazione del vaso, il trattamento fallisce suoi scopi.
Qualunque sia la sostanza chimica impiegata, subito dopo l’iniezione l’endotelio si altera profondamente, la vena si restringe e si costituisce un trombo bianco, presto seguito dalla formazione di un trombo rosso di continuazione.
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In una fase successiva il trombo viene invaso da tessuto endoteliale e da fibroblasti (i fibroblasti sono cellule del tessuto connettivo. Un qualsiasi danno ai tessuti da luogo a produzione di fibroblasti. Essi possono dare origine ad altre cellule come le cellule ossee, gli adipociti (cellule del grasso) e cellule muscolari. I fibroblasti si trovano nel tessuto cicatriziale e pertanto possono intervenire nei processi di cicatrizzazione), si forma quindi così un tessuto di granulazione che viene ad obliterare il lume della vena.
In un terzo tempo si assiste ad una successione di fenomeni, che nella maggior parte dei casi portano, purtroppo, al ripristino della pervietà del vaso.
In altri casi invece il processo evolve verso la sclerosi e la vena si riduce ad un cordone costituito da fasci connettivale ricchi di cellule e con scarsa sostanza fondamentale.
Il trattamento sclerosante delle varici deve essere rigorosamente ambulatoriale, perché la degenza a letto può trasformare la flebiti chimica superficiale in una trombosi profonda.
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Controindicazioni generali assolute alla terapia sclerosante:
- nelle malattie a prognosi infausta a breve scadenza
- nelle malattie febbrili e settiche acute
- negli stati morbosi che comportano una prolungata degenza al letto
- nello scompenso cardiaco acuto
- in caso di una trombosi profonda in atto
- nell’allattamento
- nella gravidanza
- nei soggetti diabetici
- nei soggetti epatici
- nei soggetti ipertesi
- nei soggetti albuminurici
- nei soggetti cardiopatici non ben compensati
Attenzione: quando il paziente presenta manifestazioni allergiche a qualche farmaco, la condotta del trattamento deve essere particolarmente vigile per ciò che riguarda la sostanza impiegate le dosi.
Attenzione: certi stati morbosi non consentono l’impiego di determinati prodotti:
- nell’ipertiroidismo e nella tubercolosi è controindicato lo iodio
- nell’arterite obliterante e nell’albuminuria è controindicato il salicilato
- nel diabete sono controindicate le soluzioni ipertoniche glucosate
- nelle nefropatie sono controindicate il chinino e la glicerina
- nella gravidanza e durante il periodo mestruale è totalmente vietato l’impiego del chinino-uretano perché stimola l’utero a contrarsi
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Fino a qualche tempo fa si riteneva di non dover intervenire sulle varici post-flebitiche, alle quali si attribuiva una funzione di compenso.
Questa preclusione è caduta, perché è risaputo che le vene superficiali esprimono una funzione di compenso solo durante la fase acuta del processo trombotico profondo.
Non appena le vene superficiali diventano varici, ogni loro utilità viene a cessare, perché nessuna varice è funzionalmente utile.
In presenza di un quadro conclamato di varici secondarie è bene tuttavia lasciare trascorrere qualche mese, per avere la certezza che il fatto trombotico profondo sia completamente risolto.
Accorgimenti indispensabili
Accade abbastanza spesso che il medico ecceda nel dosaggio del liquido sclerosante impiegato, soprattutto quando l’effetto sclerosante è scarso o tarda a manifestarsi.
Norme elementari di prudenza consigliano di iniziare sempre il trattamento con una dose di saggio pari a 1/5 o 1/10 della dose presumibilmente attiva.
Durante e subito dopo l’iniezione va evitato qualsiasi movimento, per scongiurare il pericolo che il liquido iniettato nelle vene superficiali sia aspirato in quelle profonde.
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Ad ogni seduta inoltre conviene cambiare vena, perché, se si insiste sullo stesso tronco, gli effetti sclerosanti tendono a potenziarsi.
Ai fini della stabilità del risultato è quindi indispensabile che la sclerosi comprenda tutti i principali punti di fuga, che interessi il tronco varicoso per tutta la sua lunghezza e che la componente trombotica sia ridotta al minimo.
Per interrompere i punti di fuga dalla profondità si ricorre a tecniche speciali, che sono favorite dal fatto che in genere i liquidi sclerosanti non alterano l’endotelio delle vene profonde, perché, a causa della velocità della corrente sanguigna, vengono rapidamente diluiti.
L’ideale è ottenere una sclerosi che si arresti in prossimità del circolo profondo, in caso contrario il tronco varicoso sottostante si ricanalizza ‘precocemente oppure compaiono nuove varici di piccolo e medio calibro.
Il trattamento sclerosante può iniziare alla coscia per scendere in basso, oppure cominciare dal piede per risalire verso l’alto.
Il procedimento dall’alto al basso elimina fin dall’inizio i reflussi lunghi, permettendo così al medico di iniettare vene semivuote.
L’importante è non iniziare il trattamento a mezza gamba e procedere senza alcun metodo.
Naturalmente si devono trattare anche le varici sottocutanee che non si vedono, ricercandole e localizzandole accuratamente con la palpazione.
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Il sistema più efficace per ridurre la formazione di trombi consiste nel mantenere la gamba fasciata e compressa da un gambaletto di cerotto elastico per tutta la durata del trattamento.
Il gambaletto viene rimosso prima di ogni iniezione ed è applicato subito dopo.
L’elasto- compressione impedisce la formazione di grossi trombi, perché fa collabire (aderire reciprocamente) le pareti venose, inoltre rende del tutto indolore il trattamento sclerosante e contribuisce efficacemente ad ottenere un miglior risultato estetico.
Ecco spiegato il perché nel Protocollo Terapeutico “Medicina e Fitoterapia per aiutare le tue gambe”, uno dei capisaldi per la prevenzione e la cura della patologia delle varici è basata proprio sulle calze elasto-compressive.
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Nel prossimo articolo parleremo delle principali sostanze farmacologiche impiegate nella terapia sclerosante e come questa terapia viene effettuata nei vari tronchi venosi.
Per oggi è tutto
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