
L' importanza della notizia e la circostanza che la vede neanche tanto nuova rende ancora più stridente il contrasto con il tipo di informazioni e le strategìe di intervento terapeutico di cui si è parlato, combinazione, proprio pochi giorni fa alla consueta annuale Giornata Mondiale del Diabete, ennesima occasione mancata per una campagna nata nel 1991 (ma in Italia viene organizzata dal 2002) con lo scopo di sensibilizzare su quello che è ormai diventato un fardello sociale.
E basta soffermarsi sull' ulteriore incremento che questa patologia, assieme ad altre condizioni strettamente correlate, ha visto a partire da quell' anno fino ad oggi, nonostante gli "sforzi" di chi è impegnato in questa iniziativa, per rendersi conto dell' (in)efficacia della campagna (i dati in mio possesso parlano di 30 milioni di malati di diabete in tutto il mondo nel 1985, saliti a 285 milioni nel 2010!).
E come potrebbe essere diversamente? Basta dare un' occhiata ai contenuti anacronistici del sito apposito attraverso i seguenti link: I numeri del diabete , Curare il diabete, Le 'favole' del diabete: alimentazione, Le 'favole' del diabete: le cause, per accorgersi dell' inadeguatezza e dell' incompetenza di chi pretende di dare indicazioni realmente utili, se messi a confronto col messaggio esplicito che alcuni medici e ricercatori all' avanguardia stanno divulgando. Se poi si scopre quali sponsor ci sono dietro, ogni eventuale dubbio residuo sulle vere finalità della manifestazione scompare.
Ma veniamo dunque a queste scoperte che rischiano di mettere in crisi il sistema sanitario mondiale: a parlarcene è il dr. Neal Barnard, con ogni probabilità il medico-ricercatore più famoso e autorevole in questo campo, di cui è da poco disponibile in Italia il suo ultimo libro "Curare il Diabete senza Farmaci" (precisamente il diciassettesimo di una serie dedicata alla salute naturale). Esso va così ad aggiungersi ad un altro libro di contenuto assai simile uscito un paio di anni fa, "Guarire il Diabete in 3 Settimane" di Robert Young e Matt Traverso.

Ebbene, dagli studi condotti dal gruppo di ricerca del dr. Barnard e coadiuvati da altri ricercatori è emerso che una situazione del genere si ritrova alla base del diabete tipo 2 (quello cosiddetto "non insulino-dipendente") e spiegherebbe il noto fenomeno della resistenza insulinica. Come lo stesso dr. Barnard illustra nel suo video qui in basso (sottotitolato in italiano), sono i grassi che, se in eccesso, tendono a coprire i recettori cellulari per l' insulina, rendendo il compito di quest' ultima difficile, se non impossibile, da svolgere.
Sono dunque chiamati in causa in primo luogo gli eccessi che contraddistinguono le diete moderne notoriamente troppo ricche di cibi animali, coi loro grassi saturi, e di grassi di ogni genere (con particolare riguardo a quelli idrogenati industriali) usati come condimento praticamente in ogni pietanza
Vorrei però precisare che in questo fenomeno non sono implicati solo i grassi di provenienza alimentare, ma anche gli acidi grassi endogeni liberati dal fegato per effetto dell' insulina stessa. Tale ormone infatti, quando è presente per troppo tempo nel sangue in quantità superiori alla norma (a causa dei picchi glicemici e di altri estremi tipici della dieta comune), sortisce un effetto opposto a quello fisiologico, che in questo caso è quello anabolico di accumulare acidi grassi nelle cellule di organi e tessuto adiposo. Almeno è quello che dice Carlo Guglielmo nel suo "Il Grande Libro dell' Ecodieta" a pag. 135 (un libro unico, che tratta la materia della nutrizione a 360°). E lo stesso aggiunge che ci sarebbe anche la glucosamina a contribuire a bloccare i recettori. Essa si formerebbe a partire dal glucosio quando questo è presente nel sangue in concentrazioni troppo elevate per lungo tempo (se ne parla in questa ricerca).
Insomma, come si può vedere, siamo ben lontani dalle ingenuità che hanno caratterizzato gli studi sul diabete per tanto tempo, sempre focalizzati unicamente sul ruolo degli zuccheri e dell' insulina, generando un timore infondato nei confronti di tutti i carboidrati. Come ribadisce Neal Barnard, non serve demonizzare indiscriminatamente tutti i carboidrati, ma scegliere quelli più adatti alla nostra fisiologia nell' ambito di una dieta per altri versi equilibrata, con pochi grassi e vegetale. Questo dovrebbe (il condizionale è d' obbligo, visto che con gli ottusi dogmatici che non vogliono riconoscere di essere dalla parte del torto non c'è argomento che tenga) zittire una volta per tutte i fautori delle strampalate diete che escludono gli alimenti a contenuto zuccherino o amidaceo
Questa nuova visione dell' approccio dietetico, assieme ai risultati sperimentali di cui il medico americano parla, porta anche a demolire due diffusi miti su questa malattia, entrambi retaggio di una concezione superata della biologia: quello della necessità di ridurre e controllare le calorie e quello della sua natura ereditaria che condannerebbe a vita chi ne soffre.

Come già detto, il dr. Barnard non è l' unico portavoce di questo approccio rivoluzionario: oltre agli esempi già citati in questo post è doveroso menzionare Mario Pianesi, uno dei pionieri della macrobiotica in Italia, che anni fa ha condotto un eccezionale esperimento mettendo a confronto i risultati di due gruppi di diabetici ottenuti facendo seguire in un gruppo il regime macrobiotico da lui indicato, e nell' altro quello standard ufficiale per i diabetici. Già dopo qualche settimana i miglioramenti del gruppo macrobiotico relativi a tutti i parametri si rivelarono nettamente migliori del gruppo di controllo, al punto che molti pazienti potettero ridurre o eliminare i farmaci (per i particolari leggere qui). Questo risultato è valso al conferimento a Pianesi del Sigillo dell' Università di Urbino, un riconoscimento ottenuto per meriti scientifici e umanitari, come si legge qui.
E un' altra citazione merita senz' altro anche l' esperimento del Kushi Institute del Massachusetts del 2009 quando un gruppo di 13 pazienti diabetici furono sottoposti alla dieta macrobiotica per controllarne gli effetti in collaborazione con una equipe medica. Anche in questo caso i risultati furono rimarchevoli, con i malati che già dopo la prima settimana potettero ridurre i farmaci e in qualche caso persino eliminarli, mentre stavano sperimentando un nuovo benessere (qui se ne trova una testimonianza).
Resta da chiedersi quando saranno condotti esperimenti per monitorare i risultati sul lungo periodo. Sarebbe interessante confrontare così i diversi approcci, anche per quanto riguarda la dipendenza dai farmaci.
Michele Nardella