Connessione ripristinata, e già me ne rammarico. L’unico motivo per cui sono contenta, e non dispiaciuta, di riavere la linea, è che non dovrò sedere più sulla fredda pietra della pur bellissima piazza delle Erbe per leggere la posta e seguire ansiosamente le notizie in arrivo dalla Siria. Posso farlo da casa. Dirò solo, brevemente, che ho approfondito un pochino la questione dei curdi e ho sentito dire che nelle zone curde della Siria si stanno facendo degli straordinari esperimenti di democrazia partecipativa e inclusiva che rischiano di venire spazzati via dall’ISIS e dal nazionalismo turco (che non aiuta la difesa dei curdi e impedisce il passaggio di chi vorrebbe farlo).
Consiglio la lettura di questo articolo, che parla di autogoverno comunale e non statale come nuova ideologia del PKK (non so quanto sia vero, ammetto di non conoscere l’argomento), e di paralleli con la guerra civile spagnola (che, a questo punto e ricordando le mie recenti letture, stanno venendo in mente anche a me, e non è un buon precedente dato cosa è successo dopo). In fondo un lettore fornisce altri link per chi voglia approfondire la questione. Di parte, sicuramente, ma molto interessanti (1,2,3,4).
Io voglio aiutare i curdi e anche approfondire questi argomenti, è qualche giorno che ci penso e che rifletto anche sui grossi limiti di questa mia intenzione: non conosco bene le lingue, la storia o le zone geografiche, non ho soldi e non ho contatti. Inoltre, ho sentito (non ho voluto vedere) cosa fa l’ISIS agli occidentali che riesce a prendere e date tutte queste premesse concludo che la mia eventuale azione dovrebbe essere da qui, ma tramite chi? Non mi risulta ci siano grosse comunità curde nel Nord Est. Se qualcuno ha qualche idea, mi piacerebbe condividerla.