Le ultime visite ravvicinate di Curiosity sulle mutevoli dune di Bagnold ci offrono degli insoliti e affascinanti panorami.
Procedendo lentamente ma inesorabilmente verso le pendici del Monte Sharp, all'interno del cratere Gale, Curiosity si è imbattuta in un enorme campo di dune di sabbia, denominato "Bagnold", dal nome dell' ufficiale inglese che, a cavallo tra le due guerre mondiali, fu tra i primi a studiare a fondo i deserti e le dune.
Le dune si formano quando il vento fa rimbalzare granelli di sabbia sul terreno; esse sono comuni nei deserti sulla Terra, ma questa è la prima indagine di un campo di sabbia attivo su un altro pianeta e, dalle immagini inviate finora, la somiglianza con le dune terrestri è impressionante. Qui sotto, una collezione di panorami ottenuti negli ultimi giorni assemblando e colorando le immagini riprese dalla camera di Navigazione.
La duna "Namib" in un mosaico di immagini NavCam del 13 dicembre, con aggiunta di colori artificiali; si noti in lontananza il bordo settentrionale del cratere Gale.
Credit: NASA/JPL/Ken Kremer/kenkremer.com/Marco Di Lorenzo
Una vista al tramonto con le tracce delle ruote nella sabbia, Sol 1194
Credit: NASA/JPL/Ken Kremer/Marco Di Lorenzo
Una impressionante ansa scoscesa nella parte meridionale della duna "Namib", vista adiacente alla precedente
Credit: NASA/JPL/Ken Kremer/kenkremer.com/Marco Di Lorenzo
Come illustrato in un precedente articolo di Elisabetta, le immagini di HiRISE del Mars Reconnaissance Orbiter hano mostrato che queste dune sono attive e che, nel corso degli anni, si sono spostate di pochi metri; l'ultimo panorama ripreso qui sopra mostra proprio una delle due regioni in cui tali cambiamenti sono stati osservati. L'indagine di Curiosity aiuterà a capire come si muovono queste dune e quali differenze vengono introdotte dal fatto che l'atmosfera di Marte è densa meno dell'1% di quella terrestre, mentre la gravità è più bassa del 65%.
Abbondanza superficiale di olivina osservata da satellite.
Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona
Le dune Bagnold sono fatte di minerali basaltici, tra cui olivina e pirosseni, che danno loro il loro colore scuro. Le osservazioni dagli orbiter ci dicono quale è la distribuzione di questi minerali (si veda l'immagine qui sopra) e suggeriscono che essi vengano segregati dai venti, separando l'olivina dagli altri minerali. Curiosity ha anche "saggiato" il terreno sabbioso con le ruote, facendo dei test di mobilità in una patch di sabbia vicino a una delle grandi dune del settore Bagnold; lo scopo era di valutare le prestazioni del rover e questo è importante perché in passato Curiosity ha scavalcato facilmente alcune sabbie ma ha avuto difficoltà con altre. Si vuole capire come sabbie di diverse granulometrie possono avere diverse mineralogie e chimiche, usando anche gli strumenti Chemin e SAM. Stavolta si spera di ottenere analisi su grani più grossolani rispetto alla "componente fine" studiata in passato in altre locazioni, per vedere se c'è una differenza chimica o mineralogica. Questa prima parte della "campagna Bagnold dunes" impegnerà Curiosity fino all'inizio del prossimo anno; poi, dopo aver girovagato per un paio di mesi in questa zona, farà una sosta finale presso una duna meno attiva durante la scalata al Monte Sharp.
Di seguito, il percorso recente di Curiosity come riportato sul sito ufficiale e anche nel nostro Log:
Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona