Il Papiro di Derveni (Foto: hannibalector.altervista.org)
Il Papiro di Derveni è stato recentemente inscritto nelle opere poste sotto la protezione dell'Unesco, nel libro della Memoria del Registro Mondiale dell'Umanità. E' stato definito il "libro più antico d'Europa" e la sua scoperta e la sua decodifica è interessante quanto il suo contenuto.Il papiro venne scoperto per caso a Derveni, nei pressi di Salonicco, in Grecia, nel 1962. Il documento era gravemente compromesso da bruciature e poté essere decodificato solamente nel 2006. Si tratta di un insieme di antichi insegnamenti religiosi che hanno scatenato non poche polemiche.
Quando si cominciò a costruire un collegamento stradale tra Salonicco e Kavala, vennero rinvenute numerose sepolture con ricchi corredi. In una di queste tombe, appartenente ad un gruppo di due sepolture affrescate, è stato trovato il Papiro di Derveni, carbonizzato, sopravvissuto grazie all'umidità del suolo, ma il cui recupero si mostrò subito difficoltoso, dal momento che bisognava mettere insieme più di 200 frammenti. Le tombe contenevano dei vasi in cui erano state raccolte le ceneri dei defunti dopo la cremazione, in accordo con quanto predicava l'Orfismo, che voleva il corpo essere la tomba dell'anima. Quando i frammenti di papiro furono finalmente ricomposti, si individuarono 22 colonne di testo.
Il papiro si stima fosse lungo più di tre metri, scritto su numerose colonne disposte verticalmente. Ogni colonna conteneva dalle 11 alle 16 righe. Questo significa che quello che è stato rinvenuto è solo un decimo del papiro originale. La lingua in cui il papiro è stato composto è un dialetto ionico con elementi attici.
Orfeo ed Euridice (Foto: liceomontale.it)
Il Papiro di Derveni è stato datato ad un periodo compreso tra il 350 e il 320 a.C.. L'autore è sconosciuto, ma alcuni studiosi suggeriscono possa trattarsi di Euthyphron di Prospaldta o di Diagora di Milo o, ancora, di Stesimbroto di Taso. Sono occorsi molti anni prima che il papiro potesse essere pubblicato. Nel 1982 un anonimo pubblicò una versione non autorizzata dell'antico testo alla quale ne seguirono altre, ugualmente non autorizzato. Infine, nel 2006, il contenuto del papiro è stato tradotto e si è compreso che si tratta di istruzioni religiose e commenti su un poema allegorico orfico.La tecnologia ha permesso agli studiosi di decifrare altre quattro colonne del Papiro di Derveni che, con le altre già individuate, formano ora 26 colonne all'interno delle quali è ravvisabile uno scritto filosofico incentrato sulle divinità, sul cosmo, le pratiche religiose e la natura dell'anima.
Richard Janko, uno dei principali ricercatori che ha studiato il Papiro di Derveni nonché uno dei primi a pubblicare la versione non ufficiale dell'antico documento, ha affermato che il testo indica che nell'antica Atene era vivo il dibattito culturale tra scienza e religione. Secondo il parere dello studioso, lo sconosciuto autore del testo contenuto nel papiro, con lo svelare i misteri dell'Orfismo si proponeva di mettere in guardia e di allontanare gli aspiranti adepti di questa religione. Secondo Janko, l'autore era convinto che gli iniziati fossero dei creduloni che stessero sprecando il loro denaro perché accettavano quanto veniva loro detto senza accertarsi che fosse vero.
Protagonista del Papiro di Derveni è Zeus, la cui sovranità, secondo quanto viene affermato nel papiro, venne stabilita dopo aver inghiottito l'aidoion, un principio di potenza generativa non ben comprensibile. Zeus, nel papiro, viene identificato con l'aria e con la Mente universale.