Curiosity sol 283 MAHLI - Cumberland drill and ChenCam laser
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Mercoledì 5 maggio alle 20:30 ora italiana, si è tenuto un briefing sulla missione Curiosity.
La conferenza, trasmessa in diretta audio sul canale NASA Ustream, è stata più che altro un aggiornamento sullo stato di missione e sui prossimi programmi.
Hanno partecipato Jim Erickson, project manager della missione Mars Science Laboratory; Joy Crisp, vice scienziato del progetto; Joe Melko, dei sistemi di campionamento presso il JPL.
Dopo aver utilizzato il trapano per prelevare un secondo campione di roccia marziana dal target Cumberland, la Chemistry and Camera (ChemCam) è stata utilizzata per analizzare la polvere prodotta dalla perforazione.
In apertura, il mosaico composto con gli scatti del sol 283 del MAHLI, in cui si vedono i fori prodotti dai colpi di laser.
Il mosaico che segue è stato ottenuto integrando le immagini del MAHLI che riprendono il foro e la polvere prodotta in superficie, con gli scatti ottenuti con i led accesi per illuminare il fondo del buco.
Curiosity sol 292 MAHLI
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Cumberland è un patch di terreno vicina a John Klein scelta per confermare, o smentire, i risultati delle prime analisi: si trova 2,75 metri ad ovest rispetto a John Klein.
L'immagine mostrata durante l'evento in streaming è stata prodotta dal software utilizzato per la pianificazione delle guide del rover: la posizione di Curiosity è quella del sol 274 (14 maggio 2013), quando è stato raggiunto il nuovo target.
Credit: NASA/JPL
Il team ha confermato che quasi tutte le attività nel sito sono state portate a termine, ad un ritmo molto più sostenuto rispetto a quanto era avvenuto per il primo campione prelevato da John Klein.
Curiosity sol 192 mastcam right
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Credit: NASA/JPL
Questo dettaglio è stato ripreso dal Mars Hand Lens Imager (MAHLI), durante il sol 279, 19 maggio 2013, da una distanza di 5 centimetri: rispetto a John Klein, Cumberland presenta una maggior concentrazione di granuli resistenti all'erosione.
La perforazione vera è propria è avvenuta in circa sei minuti, mentre tutte le attività correlate sono durate circa tre settimane, molto più veloci rispetto alla perforazione precedente.
Per esempio, grazie alla prima esperienza, è migliorata la quantità di campione conservata dal rover e questo è un vantaggio perchè alcune porzioni possono ancora essere consegnate ai laboratori interni per ulteriori verifiche.
Anche se ancora non sappiamo come siano andate le analisi su questo secondo campione prelevato, il rover sta per abbandonare la posizione di Cumberland per intraprendere il suo viaggio verso il Monte Sharp.
Nella mappa sottostante è segnalato il punto designato per l'approccio al tumulo centrale del cratere Gale: l'itinerario ancora non è stato determinato ma il percorso del rover sarà probabilmente all'interno dell'area cerchiata di rosso.
Credit: NASA/JPL
Sicuramente Curiosity si fermerà lungo il tragitto ad analizzare alcune rocce che già avevano destato interesse all'andata, come lo Shaler, Point Lake e il confine tra la zona di fango indurito e le arenarie.
Lo Shaler è una roccia spettacolare e il team pensa che sia stato formato da flussi idrici: è un insieme di lamine taglienti sovrapposte, di tipo crossbedding (laminazione incrociata).
Gli scienziati vogliono saperne di più su questi depositi e scoprire se li scorreva un fiume e in che direzione andava.
Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS
Point Lake è nell'area di Glenelg, la prima destinazione selezionata dal team scientifico, considerata di notevole interesse geologico, a circa 400 metri dal sito di atterraggio denominato Bradbury Landing.
Questa zona non è stratificata e potrebbe essere di origine vulcanica.
Tuttavia, nell'area di Gleneg non è prevista alcuna perforazione.
Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona
Il nuovo percorso di Curiosity, qualsiasi esso sia, metro in più metro in meno, sarà di circa 8 chilometri, così il rover ci impiegherà dai 10 ai 12 mesi per raggiungere la base del Monte Sharp.
I tempi dipenderanno anche da quante tappe scientifiche verranno programmate: basta considerare che per quanto riguarda la perforazione, la permanenza media sul posto va dalle 2,5 alle 5 settimane.
A chiusura della conferenza c'è stata qualche domanda di approfondimento da parte dei giornalisti ed ovviamente non poteva mancare quella sul "Martian Rat", la curiosa roccia marziana, individuata da un blogger giapponese, che così è stata soprannominata sui siti d'oltreoceano ed ha spopolato in rete.
Joy Crisp sottolinea che tutto sommato è divertente il modo in cui queste cose portano il pubblico a guardare le immagini.