E tanto valeva scrivere “curriculum dall’inferno”….
Perché vedete, miei cari lettori (a proposito: bentornato a chi è stato via, ben trovato a chi è restato e non se n’è mai andato, e beati gli ultimi se i primi saranno onesti…), in questi primi giorni di settembre mi sono accorta di una cosa: se prima la solfa, sempre la stessa, era una sola, quest’anno le solfe sono due. Discordanti sul tema, ma ben accordanti sul tono, come si suol dire. Ve ne siete accorti anche voi?
Gli scorsi anni, di questo periodo, era tutto un piangere e maledire il rientro dalle ferie, tutto un parlare di stress da rientro, tutto un rimuginare sui maledetti lunedì e sui “primi giorni del rientro in ufficio”, tutto un acciacco da sedere non più abituato alla sedia dell’ufficio (il callo ci si fa col tempo, si sa), ma ora? Ora oltre al coro di proteste dei lavoratori accaniti (e accanicolati, visto che qui mediamente continua a fare calduccio – anche se sopportabile), si aggiunge il coro delle proteste di quelli a cui viene il vomito a sentire queste proteste: di quelli, insomma, che un lavoro a cui tornare non ce l’hanno e che le ferie le hanno fatte sul divano di casa, coi piedi pucciati nel catino pieno d’acqua, senza nemmeno la consolazione di inviare cv per trovarsi un lavoro perché tanto.. già non ti si filano di pezza nei giorni normali… FIGURIAMOCI AL MESE D’AGOSTO!
E se quindi il detto è: agosto, cv non ti conosco… per chi torna a settembre l’orizzonte è sempre grigio, schiacciato fra i due lamentosi fuochi dei “povero me devo tornare a lavoro, chebarbachenoiachenoiachebarba” e dei “cielo, il mio lavoro, dove sarà finito??!”
E con il dubbio di dover aspettare fino a fine mese perché i solerti selezionatori delle risorse umane, notoriamente lenti come i diesel nel muoversi già quando nel pieno ritmo del periodo lavorativo, ritrovino la bussola e ricomincino a considerare i nostri, stracciatisssimi, stropicciatissimi cv… magari ripescandoli dal cestino dove li avevano “momentaneamente” archiviati prima di andare in ferie.
Meritatissime, eh.
Per parte mia, ho deciso anche io di procedere come un diesel. Magari rimaneggiare un po’ il cv, magari renderlo ancora più creativo.
Oppure perché no, mandare invece il curriculum del mio gatto, con un’intestazione simile a questa: “in meno di un anno di pacifica convivenza, ho insegnato tutte le tecniche vincenti al mio gatto: pensate un po’ cosa posso fare per voi…”
Del resto, la disoccupazione rende la gente geniale…
- Se volete pregiarvi di controllare in mio cv, noterete che ho catturato il puntino rosso
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