Curvy revolution: la riscoperta della femminilità e della propria immagine corporea

Da Susanna Murray

dal numero di ottobre di PLUS Model Magazine


Quando lavoro incontro tante ragazze, e donne, che vivono con profondo disagio il loro corpo. Molte sono alla spasmodica ricerca di una perfezione fisica spesso alimentata dai mass-media e della cultura imperante di fisici asciutti e poco formosi.
Alcune donne si ritrovano a fare un vero e proprio percorso, sia corporeo che psicologico, per giungere alla consapevolezza di sé e all'accettazione della propria immagine corporea. È incredibile pensare come per tante ragazze la propria autostima sia legata in modo inscindibile con il peso corporeo. Quello che però ho osservato, in questi ultimi anni, è una rivoluzione, tutta al femminile, silenziosa e costante, che sta prendendo sempre più piede nel mondo della moda e nel Web: la curvy revolution. Di cosa parlo?
È la rivoluzione guidata dalle donne curvy, cioè formose.
Una delle guru di questo nuovo modo di vivere il proprio corpo femminile, e tutto curve, è Keke Dillard che nel 2008 ha fondato un movimento per l'accettazione del corpo plus-size. La Dillard ha organizzato eventi, manifestazioni e conferenze sul tema del riconoscimento di un modello corporeo femminile distante da quello anoressico imposto dai mass-media ed alla moda..
Un altro personaggio di spicco nel mondo curvy è Madeline Jones, editrice e creatrice della rivista PLUS Model Magazine, in cui si promuove un nuovo modello femminile di donna morbida e allo stesso tempo erotica, più vicino a quello della realtà di tante donne nel mondo.
Da un articolo di PLUS Model Magazine scopro che: lo sapevate che fino a vent'anni fa una modella mediamente pesava l'8% in meno rispetto alla donna media? Oggi una modella pesa il 23% in meno di una donna media.
Fino a dieci anni fa le modelle per taglie forti, mediamente, avevano misure che variavano dalla 44 alla 50. Tuttavia nel tempo, a causa delle diverse dimensioni del settore taglie forti, si continua a mettere in discussione quale sia il range di taglie da tener conto: le modelle richieste oggi per le taglie forti possono variare da una 38 ad una 46, mentre le clienti continuano a protestare.
Ma ricordiamo con allarme che generalmente, la maggior parte delle modelle standard, soddisfano i criteri di indice di massa corporea per l'anoressia.
Vi siete mai chiesti perché se il 50% delle donne indossa una taglia che va dalla 44 in su, molti punti vendita di abbigliamento hanno abiti che vanno da una 44 in giù?Il suggerimento di Plus Model Magazine è di non poter più ignorare questa situazione o di fare affidamento sugli altri che decidano per noi cosa possiamo trovare nei negozi o comprare. La proposta è di essere pro-attive e di farsi sentire, sostenendo le aziende che producono abiti con taglie realistiche, e boicottando quelle che alimentano l'idea che il corpo femminile può essere sbagliato se supera una certa taglia. Mentre invece, capita spesso che molte donne si trovino a disagio, quando non trovano la propria taglia e invece di protestare scivolano in silenzio, di nascosto  dal negozio, vergognosamente, convincendosi di essere troppo grasse per comprare il capo che volevano.
Essere bombardati continuamente dall'importanza del perdere peso dalla pubblicità, dai Mass Media, dai giornali, è semplicemente una strategia di mercato che fa leva sulla paura, molto occidentale, di essere grasse.
Quello su cui diventa importante riflettere non è esclusivamente il peso, ma la salute. Essere formose vuol dire innanzitutto poter esprimere la propria femminilità, il proprio essere donna. In taluni casi, questo modo di viversi come donna, sembra complesso, ma non solo in chi è continuamente a dieta per mantenere un peso irreale e innaturale, ma anche per le donne in sovrappeso per le quali a volte il cibo diventa una consolazione, per quel corpo magro e idealizzato che vivono come irraggiungibile. Quindi il promuovere socialmente e culturalmente modelli femminili magrissimi e irreali, non solo spinge a comportamenti anoressizzanti, ma anche, all'opposto, a lasciarsi andare a condotte alimentari che conducono all'obesità.Per chi è in sovrappeso, spesso dalla non accettazione si passa alla rassegnazione di non poter piacere né a se stesse né tantomeno a qualcuno e quindi ci si lascia andare alle abbuffate, a condotte alimentari sregolate, "perché tanto..." non c'è più niente da fare per loro...Sembra che il discorso diventa "O riesco ad indossare una 40 oppure non vale la pena volersi bene" quindi tanto vale scivolare nell'obesità. Succede allora che, per le donne in sovrappeso, non è solo la salute fisica ad essere a rischio, ma anche il benessere psicologico. L'autostima, la convinzione di non essere degne, di non essere in grado di, conduce al vero disagio che può portare a disturbi alimentari seri come il binge eating o la fame compulsiva.
In Italia il movimento curvy non è da meno.Una realtà affermata è l'associazione Vivo Bene Donna che si definisce come  "un’associazione culturale senza scopo di lucro che si rivolge soprattutto alle donne" tra i cui obiettivi ha quello di "fornire uno spazio (fisico o virtuale) in cui vivere la corporeità in modo diverso, non legato esclusivamente a canoni estetici."
Un altro noto personaggio è la modella plus-size Elisa D’Ospina, che ha un blog ricco di spunti interessanti di attualità e mondo femminile..
Tra le blogger più affermate nel mondo curvy abbiamo poi tanti nomi : Alessandra Castagner di Verdementa blog, Marged Trumper di La Diva delle curve, Martina Liverani di Curvy, Foodie, Hungry.  e Ylenia di Longuette (ne ho saltate molte altre, perdonatemi, ma in seguito approfondirò il mondo delle fashion blogger, che si dedicano alla promozione del mondo femminile, fatto di curve e consapevolezza di se stesse!). 

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