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Intervista di Pietro De Bonis a Veris Giannetti, autore del libro “Goliath”.

Creato il 19 maggio 2015 da Rassegna Dei Libri @rassegnalibri
Intervista di Pietro De Bonis a Veris Giannetti, autore del libro “Goliath”.
Veris Giannetti, verso i trentadue anni inizia la sua attività dipianista e la sua collaborazione con Michele Centonze,produttore discografico di Jovanotti, Luciano Pavarotti,Mietta, Elisa e altri, nonché organizzatore del Pavarotti &Friends. Dei brani scritti da Veris, tre verranno utilizzati da Celeste,cantante molto nota in Italia negli Anni 90, e undici dallaDisney Italia per i tre Lp di Arianna (Arianna Bergamaschi).Presta la voce anche per un personaggio nei film di animazione Mulan (èLing) e il simpatico brano “Woody Raduna La Mandria”, inToy Story 2, entrambi della Disney.Dopo la chiusura definitiva del Pavarotti & Friends, nel 2003, Veris contribuisce alla realizzazione dell’unico cd diPavarotti dove compaiano brani inediti, intitolato “Ti Adoro”.Compone, in collaborazione con Michele Centonze e StefanoNanni, quello che è senz’altro il brano più famoso del cd:Buongiorno A Te, che la Ferrero utilizza per la pubblicità dellaNutella.Oggi vi parleremo del suo romanzo “Goliath”.
Il libro: “Anno 2031. Un famoso giornalista, Justin Prior, scoprel’esistenza del Goliath e viene inscenata la sua morte in unincidente stradale.Anno 2081. Anthony Romeo (Tony) e Patrick Damski (Pat)sono ex berretti verdi caduti in disgrazia. In preda agli effetti diuna potente droga chiamata “pappa reale”, Pat compie unastrage di ragazzini durante una rapina e i due vengonocondannati a morte, ma l’esecuzione è finta ed essi si ritrovanoseparati e trasferiti sul Goliath, un’astronave a forma dicilindro, in viaggio da cinquant’anni verso Alpha Centauri, checonsentirà l’esodo parziale dalla Terra perché sovraffollata. SulGoliath hanno creato un sistema di vita che sulla Terra appareutopico ma che lì funziona perfettamente e la popolazione èdivisa in “flyer”, i criminali, e “downer”, coloro i quali vivonoin un bellissimo ecosistema di tipo hawaiano che occupa tuttal’area interna del cilindro detta Landland.Flyer e downer sono in guerra.Riusciranno Tony e Pat a condurre il Goliath verso AlphaCentauri per installare la Porta, che consentirà l’esodo di granparte della popolazione terrestre?
Veris Giannetti si è reso molto disponibile a rispondere ad alcune mie domande.
Intervista di Pietro De Bonis a Veris Giannetti, autore del libro “Goliath”.Pietro De Bonis: Ciao Veris!“Goliath”, una storia d’azione appassionante, densa di colpi di scena, con sullo sfondo panorami mozzafiato. Divertire, cullare, dare benessere al lettore ètra i tuoi principali obiettivi?
Veris Giannetti: Ciao, Pietro. Il mio obiettivo principale è raccontare qualcosa di interessante. Può sembrare scontato, ma non lo è per niente. Il mondo letterario èridondante di storie già sentite e risentite, solo raccontate con altre parole, altre metafore, altri sfondi. Mancano le storie mai raccontate prima, e quelle in cui succede qualcosa. Mi piace che il lettore non si annoi, che non sappia già che cosa sta per succedere, che non riceva da me i soliti concetti e discorsitriti che ha già sentito formulare in tutte le salse. E mi piace pensare che quando ha finito di leggere il libro ne sia dispiaciuto, che vorrebbe sapere come va a finire anche dopo che è“andata a finire”.
Pietro De Bonis: Cosa ha ispirato la scrittura di “Goliath”? Un film, un libro, un sogno?
Veris Giannetti:Forse un film. Dico “forse” perché le ispirazioni me le ritrovo in testa e mi è difficile essere sicuro della loro provenienza. Lo vidi tanti anni fa e, ahimè, non ricordo niente di esso (titolo, regista, attori), a parteun’astronave in viaggio nello spazio dove era stata impiantata una specie di grande serra contenuta all’interno di una cupola, che poi alla fine viene distrutta. Goliath è tutta un’altra cosa e tutta un’altra storia, ma il punto di partenza è stato forse proprio quella serra. E il dolore che ho provato nel vederla distruggere ha fatto scaturire in me il desiderio che fosse più molto grande e che andasse a finire in un altro modo
Pietro De Bonis: La sua trama ènato mano a mano durante la stesura, o l’avevi giàtutta ben chiara in mente?
Veris Giannetti:L’una e l’altra cosa, in un certo senso. Nel momento in cui ho cominciato a scrivere era già tutta ben chiara nella mente e nel computer; questo perché di solito preferisco avere tutto già programmato, per non rischiare di ritrovarmi bloccato a causa di un problema la cui soluzione non ho ancora trovato. E di problemi, in un romanzo di fantascienza, ce ne sono a bizzeffe. Non devi solo raccontare una storia, ma anche rendere plausibile la parte tecnico-scientifica; e non è così facile, se devi spiegare qualcosa che non esiste. Perciò, prima imposto la trama, poi risolvo i problemi tecnico-scientifici e infine invento lì per lì tutto il resto.
Pietro De Bonis: Sei appassionato di video-games, Veris? Ti pongo questa domanda perchéil tuo libro mi ha fatto immaginare proprio un avvincente gioco d’azione:iFlyer contro i Downer che se le danno di santa ragione tra Landland, l’astronave Goliath e la Terra!
Veris Giannetti:In effetti non hai tutti i torti. E l’idea mi piace, perché per uno che vuole un po’ d’azionesenza rischiare di rompersi l’osso del collo, i video-game sono alquanto stimolanti. E di conseguenza lo è anche la lettura di un romanzo pieno d’azione che in qualche modo li può ricordare. Ma non c’è solo l’azione, in Goliath, ci sono molte, molte altre cose… che non cito per non rovinare la sorpresa. Comunquesì, i video-game mi piacciono. Ma non tutti, solo quelli tipo Space Invaders, per rendere l’idea, dove non c’è da pensare tanto o da immedesimarsi in qualche ruolo. Li uso solo per rilassarmi, per far riposare la mente, per farla tacere, quindi meno c’è da pensare meglio è.
Pietro De Bonis: Credi davvero che attorno al 2080 saremmo cosìavanti con la tecnologia tanto da popolare luoghi oltre l’atmosfera terrestre?
Veris Giannetti: Forse lo siamo già. Chi può dirlo? Si è parlato proprio poche settimane fa di enormi caverne che si troverebbero all’interno della Luna (delle quali io stesso ho cominciato a parlare fin dal 1969, e avevo solo 13 anni! Quando gli astronauti lasciarono la Luna, il modulo lunare, ricadendo al suolo, produsse un rimbombo che risuonò per un’ora e mezza, ma del quale nessuno ha più parlato da allora, chissà perché!?) e che potrebbero essere utilizzate per costruire la prima città lunare. Inoltre, già si parla di “terraformare”Marte, e cioè renderlo abitabile per noi,in mododa trasferirvi la prima colonia terrestre. Questo avverrebbe dopo il primo viaggio su Marte, attorno al 2030, ma il fatto che già adesso si stia valutando un’ipotesi del genere mi pare indicativo. Io credo che la tecnologia odierna (quella in mano unicamente alle grandi potenze) sia segretamente molto più avanzata di quella che conosciamo noi, gente comune. Per quanto riguarda il raggiungimento di un decimo della velocità della luce, come ho scritto nel libro, forse ci siamo ancora lontani (chi può dirlo?), ma diamo fiducia e tempoai nostri cervelloni terrestri: potrebbero stupirci
Pietro De Bonis: Veris, la tua immaginazione èimpressionante, solo leggendo la sinossi di “Goliath”viene una gran voglia di viaggiare nel tempo, coprire mondi nuovi. Credi che scriverai mai un sequel?
Veris Giannetti: Lo spero di cuore. Io stesso sono stato soggetto al desiderio di sapere come andrà a finire dopo che è“andata a finire”; io stesso ho provato dispiacere nel distaccarmi dalla storia che avevo raccontato; perciò se si prospettasse l’idea di scrivere “Goliath II la vendetta” (si fa per scherzare, riguardo al titolo!), ne sarei ben più che felice. Ho già in mente una certa cosa!…
Pietro De Bonis: Sei pianista, corista, insomma vivi abbastanza dentro la musica, maha un ruolo la musica nella tua scrittura? Che colonna sonora daresti a “Goliath”.
Veris Giannetti: Be’, per dargli una colonna sonora bisognerebbe innanzitutto che ne fosse fatto un film, ma ipotizzando che ciò avvenisse, credo che userei uno dei miei brani… sempre che il regista me lo lasciasse fare. Ne ho composto alcuni che vi si adatterebbero molto bene, a mio modesto parere.
Pietro De Bonis: I primi commenti che hai ricevuto dal pubblico?
Veris Giannetti: Entusiastici, il che mi ha fatto davvero molto piacere. Non li ringrazierò mai abbastanza.
Pietro De Bonis: Come ti sei trovato a pubblicare con la Eden Editori? Appuntamenti per le presentazione di “Goliath”?
Veris Giannetti: Secondo la mia esperienza, penso che solo un folle potrebbe non trovarsi bene con la Eden Editori. Sono persone serie, entusiaste del loro lavoro, disponibili e pazienti, anche con un rompiscatole come me. Ci sono stati momenti in cui perfino io, mi sarei mandato a quel paese, ma loro mi hanno sempre ascoltato con rispetto e cortesia, e mi hanno accontentato ogni volta in cui è stato possibile. E sono pure simpatici, il che per me è molto importante, quasi determinante.Riguardo alla presentazione di “Goliath”, l’appuntamento è per le 18:30 del 18 Giugno, a Tantlon di Cervia, in provincia di Ravenna, in via Crociarone 8, in un agriturismo che si chiama “A Casa di Gianna”…cheèperaltro la sede del mio Fan Club.
Pietro De Bonis: Grazie Veris per questa intervista. Lascio a te dire l’ultima cosa che desideri.
Veris Giannetti:Grazie a te, Pietro. So bene che molti lettori, alla parola “fantascienza”, storcono il naso, ma lasciami dire una cosa: la fantascienza, quella vera, quella di Jurassic Park, non quella dei mostri spaziali che hanno acido al posto del sangue ma nessuno ci spiega come sia possibile che non rimangono uccisi essi stessi, è una cosa seria. Solo in minima parteè di evasione. Quasi tutte le innovazioni scientifiche che vediamo intorno a noi sono state ideatee delineateda uno scrittore di fantascienza (pensa al sommergibile di Jules Verne, ilNautilus, per citare la prima di una lunghissima serie), e solo successivamente, realizzate dagli scienziati. In un libro di fantascienza ritroviamo tutte le cose che cerchiamoin libro“ordinario”, passami il termine (amore, viaggi, scenari, poesia, introspezione, prospettive, speranze, delusioni, conflitti, ecc.), con l’aggiunta peròdi una storia insolita e interessantee, come minimo,un’idea innovativa.Considero la fantascienza verapiùinteressante, formativa e costruttivadi qualsiasi altro tipo di lettura, sia per la mente sia per la società in cui viviamo. Per fare un esempio: nessuno sa ammonirci meglio della fantascienza, riguardo ai pericoli che ci insidiano dietro l’angolo che ci separa dal nostro futuro. Da tutti i futuri possibili. E questo vale anche per “Goliath”, che è decisamente una storia di fantascienza vera; quella sana, quella delle idee e degli ammonimenti pacati, in sordina, senza alcun dito puntato contro chicchessia… in aggiunta a una storia d’amore molto particolare, di lotta, di amicizia, di struggimento interiore, di speranza e, perché no?, anche d’azione. Un po’ d’azione non ha mai fatto male a nessuno, che io sappia. Anzi!
pietrodebonis.com
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