Curzio Malaparte, Versiliana

Da Paolorossi

Sono già passati molti anni, da quando Gabriele D’Annunzio scriveva l’Alcione, nella pace sonora della sua Versiliana. [...]

Marina di Pietrasanta – Versiliana

M’avevano detto che l’immensa pineta della Versiliana era in pericolo: i lavori di bonifica in corso fra le Apuane e il Tirreno avrebbero necessitato grandi opere di canalizzazione delle acque attraverso la secolare pineta cara a D’Annunzio e alle sue muse; e non soltanto alle sue.

Ma si trattava di voci false: un solo canale è stato scavato nel bel mezzo della sacra selva (E dico sacra selva, non per fare uso di un linguaggio dannunziano, che sta bene in bocca unicamente a Gabriele, ma perché se non sono sacre le piante, che cosa c’è di sacro nella natura italiana?).

Fiumetto – Marina di Pietrasanta

Quel canale, in fondo, non guasta: l’acqua e il pino vanno d’accordo, specie quella linfa verdastra, velata di un trasparente velo d’erbe, di una lanugine dove il sole si specchia come in un vetro appannato.

Le chiome dei pini si riflettono tristi e severe nella spera tranquilla, e chi guarda dall’estremità inferiore del canale vede l’aspra schiena tagliente delle Apuane candide di neve rabbrividire nell’acqua verde, come un nudo paesaggio alpino in un laghetto d’alta montagna. [...]

( Curzio Malaparte, articolo apparso sul “Corriere della Sera” il 18 novembre 1934 con il titolo “La spiaggia di Boecklin e di D’Annunzio” )

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