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Cyber War/ “V” come ‘Anonymous’: l’era dei conflitti digitali

Creato il 07 gennaio 2012 da Antonio Conte

Cyber War/ “V” come ‘Anonymous’: l’era dei conflitti digitali

Cyber War/ “V” come ‘Anonymous’: l’era dei conflitti digitali
di Antonio TETI - Il 2011, nel cyberspazio, sarà ricordato anche come l’anno di Anonymous, il recente gruppo di oscuri personaggi che, inneggiando a forme di disobbedienza civile, in nome del rinnovamento della democrazia a livello mondiale, si sono resi famosi effettuando attacchi in tutto il mondo a siti web e sistemi informativi di aziende e istituzioni governative.

Nonostante i proclami e i nobili annunci diffusi in Internet, le metodologie e le tecniche utilizzate dal gruppo, si configurano come autentici crimini informatici ed anche gli obiettivi e le tecniche utilizzate non sembrano partorite da poche e giovani menti di hackers intrise di sogni e buone speranze. Siamo nell’era dei conflitti digitali, e il cyberspazio appare sempre più il terreno di battaglia favorito per conseguire obiettivi diversi dalle finalità discutibili. continua a leggere su GNOSIS (AISI)

Qualche risposta

Mi sono imbatturo in questo argomento quasi per caso. Un argomento nel quale sono impegnato per conto di una azienda è comprendere il fenomeno, e cercarvi di porre un freno, sulla crescita di post anonimi in aumento che sostengono tesi contrarie agli obiettivi economici della stessa. La cosa ovviamente procurava un certo fastidio. Tuttavia le due cose a mio avviso sono slegate e diverse. Una cosa è un cliente scontento, o anche per esempio, un ex dipendente che agisce a scopo di rivalsa, altra cosa è la motivazione, che pare più globalizzante, che spinge gli adepti di “Anonimous” a comportarsi così come fanno. Tuttavia mi è sembrato importante segnalare questo articolo trovato sul sito AISE della rivista GNOSIS, che mi pare utile al nostro Dossier aperto sul tema della Cyber War su questo blog.

Brevemente, si tratta di comprendere e/o di aiutare il lettore a prendere consapevolezza, su taluni rischi che si possono incontrare navigando in rete, specie per i più giovani, spesso attratti da novità cognitive del tipo “stranianti“, ed in virtù di una recente tendenza degli stessi a vivere maggiore in rete, o in modalità “sempre connessi” con l’utilizzo di smartphone.

L’attrazione esercitata dalla visione della maschera del ”film  “V per Vendetta” realizzato nel 2005 dal regista James McTeigue che, nella trama, assume il ruolo del giustiziere e del vendicatore solitario”, può dunque tradire il lettore, che potrebbe trovarsi in tutt’altra situazione, anche forse con un semplice click su uno dei loro “Mi Piace“: quella della disobbedienza civile, a dirne una, e con la conseguente responsabilità delle proprie azioni, adottate in conformità del contesto che ci si trova a vive ree non da una precisa prerogativa caratteriale.

A mio avviso si tratta di un fenomeno da conoscere, almeno nelle sue definizioni generali, al fine di sviluppare i dovuti, e credo necessari, anticorpi. Ma, ovviamente, qui la scelta spetta al lettore.

A.C.

“Attenzione … alle altre fonti!”: 


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