Domenica 26 ottobre 2014 si sono concluse le rappresentazioni al Carcano di Milano di Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, regia di Carlo Sciaccaluga e Matteo Alfonso della Compagnia Gank/Teatro de Gli Incamminati. Accompagnata dalla mia carissima amica Michela, ho assistito allo spettacolo mercoledì 22 ottobre e ne sono rimasta piuttosto soddisfatta.
La commedia in cinque atti narra la storia di Cyrano de Bergerac, un guascone abile con le rime quanto con la spada, che duella contro i suoi numerosi nemici (si tratta di un protagonista dal carattere tremendamente irascibile) e segretamente innamorato di sua cugina Rossana. Non ritenendosi all’altezza della fanciulla a causa del suo orrendo naso, aiuta il giovanotto di bell’aspetto Cristiano de Neuvillette a far breccia nel cuore di Rossana suggerendogli parole d’amore.
Ho avuto qualche difficoltà a seguire lo spettacolo a causa della complessità del linguaggio del testo, perciò invito coloro che vorranno assistere a questa o a qualunque altra messa in scena di Cyrano del Bergerac di leggere la trama prima di recarsi a teatro o, qualora trovassero appassionante l’argomento, di leggere il testo integrale della commedia su LiberLiber al seguente link: http://www.liberliber.it/mediateca/libri/r/rostand/cirano_di_bergerac/pdf/cirano_p.pdf
Io non mi sono documentata prima di assistere allo spettacolo e me ne sono pentita amaramente perché ho perso diversi passaggi essenziali dello sviluppo dei eventi. L’opera poi è di straordinaria bellezza, si tratta infatti di una commedia in versi che ha fatto la storia del teatro e di cui ora citeremo qualche verso:
Cantare, ridere, sognare, essere indipendente, libero, guardare in faccia la gente e parlare come mi pare, mettermi, se ne ho voglia, il cappello di traverso, battermi per un sì per un no o fare un verso. Lavorare senza curarsi della gloria e della fortuna alla cronaca di un viaggio cui si pensa da tempo, magari nella luna!
Non scrivere mai nulla che non sia nato davvero dentro di te!
Appagarsi soltanto dei frutti, dei fiori e delle foglie che si sono colte nel proprio giardino con le proprie stesse mani!
Poi, se per caso ti arriva anche il successo, non dovere nulla a Cesare, prendere tutto il merito per te solo e, disprezzando l’edera, salire, anche senza essere né una quercia né un tiglio, salire, magari poco, ma salire da solo!
Gli attori si sono dimostrati degli ottimi interpreti, ho particolarmente apprezzato il fatto che gli spettatori sono stati avvicinati alla scena in quanto gli artisti hanno più volte attraversato la platea per raggiungere il palcoscenico.
La scenografia era ridotta ai minimi termini, infatti era costituita da una pedana inclinata posta sul palcoscenico sulla quale gli attori potevano salire nel corso della recitazione. Sul piano della pedana si aprivano diverse botole da cui era possibile affacciarsi permettendogli attori di realizzare degli interessanti giochi di prossemica. Attraverso un interessante gioco di meccanica, una delle botole è stata trasformata nel balconcino da cui si è affacciata Rossana per incontrare Cristiano. Lo sfondo era un neutro collage di tela grezza su bianco.
Non ho apprezzato invece i costumi, dei meri travestimenti a basso prezzo che non rendevano giustizia alla bravura gli attori. Lo “stile minimal” delle dame, che avrebbero meritato maggiori fronzoli secondo lo stile seicentesco, è stato veramente deludente.