Sangue nobile un tanto al chilo, aria da mocciosetta viziata, maestra d’asilo come pretesto filantropico più che per necessità, la zelante ricerca di un buon partito, infine un matrimonio comme il faut. Lui, tra una partita di caccia e una di polo, Sua Altezza Reale il Principe del Galles, nonché erede al trono britannico. Bel colpo per un'arrampicatrice sociale dalle buone maniere e dalle cattive abitudini. Seguono le nozze del secolo, gran pompa mediatica (lo ricordo quel giorno dell'ottantuno davanti alla televisione), l'accoglienza freddina nel cast della British Royal Family, la capricciosa insofferenza all’etichetta, il maldestro anticonformismo da sciacquetta svagata. Dietro le spalle una rivale agée di lungo corso e un palco di corna da infilare sulla capoccia dorata. Incalzano i flirt - ufficiali di cavalleria, miliardari arabi: un po’ di decenza suvvia -, i vezzi populistici da snob sfaccendata, le foto in posa sui campi minati, Santa Madre Teresa e (ouff) il Dalai Lama. Fino alla fine, dentro un tunnel parigino senza uscita, inseguita dai paparazzi e dal disagio esistenziale di chi non sa quel che vuole. D. Un brutto monumento appiccicato di post-it all’incrocio tra Avenue de New York e Place de l’Alma. D. Il santino esposto da Harrods in un reliquiario pacchiano, meta inarrestabile di turisti malati di necrofilia. D. Una lettera come le altre. Forse solo una letterina.
Foto 1 - Parigi, 22/10/2015: il Tunnel dell'Alma nel quale Diana Spencer entrò per non uscirne più.
Foto 2 - Parigi, 22/10/2015: la Fiamma della Libertà, riproduzione a grandezza reale della torcia in mano alla statua della libertà di New York, Posta all’ingresso del sottopassaggio, è diventata suo malgrado un altare che rende memoria all'incidente accaduto il 31 agosto 1997.
Foto 3 - Londra, 10/03/2010: il reliquiario Kitsch che si trova da Harrods in Brompton Road.