Prima sulla Repubblica, poi sul Corriere della Sera, l’ex Ministro degli Esteri e Primo Ministro Italiano Massimo D’Alema, aveva rilasciato delle dichiarazioni promuovendo a spada tratta l’alleanza con il regime iraniano e i suoi proxy (primo fra tutti Hezbollah). Una alleanza preferenziale da portare avanti a scapito dell’Arabia Saudita – considerata praticamente il primo nemico dell’Occidente – e di Israele, considerato un “problema” (Corriere).
All’intervista del “leader Massimo” reagi’ in primis l’Ambasciatore di Israele a Roma, Naor Gilon, che – in una lettera al Corriere della Sera – parlo’ di una vera e propria “ossessione unilaterale” di D’Alema verso Israele (Corriere della Sera).
Renzi “agente del Mossad da sconfiggere”
La polemica a colpi di penna, venne chiusa dallo stesso rappresentante italiano, in una risposta che lasciava trapelare come D’Alema avesse preso male la critica del rappresentante israeliano in Italia. Talmente male che, secondo quanto dichiarato dalla giornalista Maria Teresa Meli – e incredibilmente mai smentito – durante una cena Massimo D’Alema avrebbe dichiarato che il Primo Ministro italiano Matteo Renzi e’ un “uomo del Mossad” (il servizio segreto esterno di Israele) e che, per questo motivo, “bisogna sconfiggerlo” (Affari Italiani).
Dal Mossad al MOIS…
Alle dichiarazioni silenziose senza smentita, quindi, Baffino ha voluto aggiungere una ciliegina sulla torta: come per magia, senza neanche una riga sui media italiani, e’ volato a Teheran per incontrare Ali Akbar Velayati, potente Segretario del Centro di Ricerca Strategica del Consiglio del Discernimento. Questo “think tank”, non si limita ad attività di ricerca sulla politica estera, ma partecipa attivamente alla definizione delle azioni di sostegno al terrorismo internazionale del regime iraniano.
A tal proposito, proprio legato ai temi di Israele e del mondo ebraico, vogliamo ricordare che contro Ali Akbar Velayati, l’Interpol emise un mandato di cattura, per il suo coinvolgimento nell’attentato al centro ebraico AMIA di Buenos Aires nel 1994 (85 vittime innocenti). Anche il Governo federale della Germania, emise un mandato di cattura contro Velayati nel 1996, per il suo ruolo nel “massacro di Mykonos” del 1992 (FAS).
Mentre D’Alema elogia l’Iran le milizie sciite…
In Iran Massimo D’Alema questa volta ci e’ andato come Presidente del FEBS – Foundation for European Progressive Studies – potente think tank legato ai socialisti europei (D’Alema conserva questa carica dal 2010). Ovviamente, durante la visita l’ex Ministro degli Esteri che amava andare a braccetto con Hezbollah, ha elogiato il regime iraniano e sostenuto la necessita’ di un rapporto stretto con Teheran per favorire la stabilita’ e la sicurezza regionale (Abna).
Tutto questo avviene mentre il Governo USA e’ costretto ad ammettere che le milizie sciite – al servizio del Governo iracheno e sostenute attivamente dall’Iran – stanno commettendo in Iraq una vera e propria pulizia etnica contro i sunniti e i cristiani (Vox.com). Primi responsabili di questi massacri etnici sono gli jihadisti della Brigata Badr, comandata da Hadi al Ameri, praticamente un uomo di Qassem Soleimani e Ali Khamenei (esiste anche un video di un bel bacio tra i due…).
Ancora: mentre Massimino elogia Teheran, gli iraniani stanno attivamente lavorando per costruire una milizia simile ad Hezbollah in Siria. Ormai da tempo gli sciiti siriani si definiscono “Hezbollah fi Suriya” (Hezbollah in Siria). Questo avviene mentre, anche qui, gli iraniani e i loro proxy stanno favorendo una vera e propria pulizia etnica, soprattutto intorno alle aree di Damasco (The Tower). Peggio, l’elogio del rappresentante italiano verso l’Iran avviene mentre le milizie sciite continuano ad assediare il villaggio siriano da Madaya, dove donne e bambini sono praticamente costretti a mangiare l’erba per poter sopravvivere (EA World View, No Pasdaran).
Dulcis in fundo, il viaggio di Massimino coincide con la continuazione del contrabbando illegale di armamenti dall’Iran verso lo Yemen, in aiuto alle milizie Houthi, ormai diventate una sorta di Hezbollah locale. A fine febbraio, una fregata australiana ha bloccato una nave carica di armi dirette alla minoranza sciita yemenita. Una piccola barca da pesca, partita dall’Iran e con a bordo l’intero equipaggiamento di nazionalità iraniana (FDD).
Concludendo, possiamo certamente dire che il concetto di “stabilita’ e sicurezza” che promuove il Caro Leader Massimo, risulta rivelarsi alquanto destabilizzante, pericoloso e insicuro…