"Le dichiarazioni del ministro Delrio a Palermo sullo stato della riforma degli Enti Locali in Sicilia lasciano esterrefatti.
A meno che non si tratti di un tentativo di soccorso meramente politico, il ministro dimostra di non conoscere la confusione, i guasti e le difficoltà che, a seguito di una provocazione legislativa estemporanea e puramente demagogica non seguita da alcuna seria progettualità, si stanno determinando tra i cittadini, nei territori e nelle strutture degli Enti Locali siciliani. Nessuno sa che fine faranno competenze e servizi (scolastici e turistici in primis) finora assolti dalle Province, le loro partecipate, il personale, gli immobili e così via. Il governo e l'Assemblea regionale sono stati solamente capaci di tagliare tutte le risorse prima destinate alle stesse senza aver l'idea di come ogni ristrutturazione, istituzionale come industriale, va progettata, programmata e adeguatamente finanziata e così gettando nel panico utenti e lavoratori. Oggi si profila come inevitabile una proroga dell'esistenza delle Province, quindi del caos attuale, con il solo risvolto di carattere esclusivamente politico-clientelare che il Governo regionale continuerà a gestire non sappiamo per quanto tempo ancora quegli Enti tramite i nove commissari di sua stretta nomina, dopo averli sottratti a qualsiasi verifica democratica popolare o anche istituzionale (ad esempio si poteva affiancare ai commissari una assemblea dei Sindaci , od altro accorgimento) e l'Assemblea regionale continua ad assistere imbelle a questa palese espropriazione di stampo sovietico di ogni diritto democratico delle popolazioni interessate e delle loro rappresentanze. Forse il ministro Delrio ha inteso applicare il principio dell'elogio del contrario come esemplificazione, come sempre sulla pelle dei Siciliani , di ciò che non va fatto". Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Antonio D'Alì.