Chi ha raccolto un po’ di anni, forse troppi anni, nel sacchetto della memoria non farà fatica a decrittare il titolo e a ritornare ai tempi dello scandalo Lockheed: le mazzette intascate per favorire l’acquisto dei C130 dell’azienda americana, la stessa che adesso ci vende quel bidone dell’F35. Con Antelope Gobbler o Cobbler (non è mai stato chiarito) veniva indicato in codice dagli americani un primo ministro italiano nel periodo 68 -71 che sarebbe stato il collettore delle tangenti. Chi poteva essere tra Leone, Rumor e Colombo? Non si sa bene perché alla fine furono rinviati alla Corte costituzionale per il processo solo i due ministri della difesa che si erano avvicendati in quegli anni, Gui e Tanassi.
Tuttavia chi può essere goloso (gobbler) di antilopi, se non il loro predatore naturale, cioè il leone? E anche nella versione cobbler vale dire ciabattino, si poteva risalire a un episodio avvenuto a New York, in cui si racconta di come Leone fosse rimasto affascinato da scarpe in pelle di antilope. Fantasie? Nel sacchetto della memoria si addensano le campagne di Camilla Cederna e de l’Espresso contro il piccolo giurista napoletano che nel frattempo era diventato presidente della Repubblica. Un presidente forse incolpevole del fatto specifico, nonostante fosse amico intimo di uno dei protagonisti della corruzione, Antonio Lefebvre , ma certo non innocente di fronte alla mutazione genetica di un ceto politico in via di liberarsi di ogni fardello etico e già dotata di un notevole capitale di arroganza. Tuttavia anche il solo addensarsi dei sospetti lo costrinse a dimettersi.
Gli anni ’76-77 sono quelli in cui lo scandalo regna incontrastato sulle prime pagine dei giornali e sostanzialmente dà inizio a uno scontro tra le ragioni del potere, dei clan, degli apparati e quello della crescita sociale: chi ha vinto lo sappiamo, il lungo fil rouge che lega l’ultima Dc quasi autarchica come numero di suffragi al craxismo e al berlusconismo non lascia dubbi. Ma all’inizio, nel 76, il Pci raggiunge il suo massimo risultato nelle, il 34,4 per cento , dando inizio alla tormentata stagione del compromesso storico e della “questione morale” che attraverso il rapimento Moro e le dimissioni di Leone porteranno poi a una normalizzazione di regime. Fu una battaglia durissima che inizia con il turatevi il naso di Montanelli, cresce come un diapason impazzito e raggiunge toni e temi attualissimi proprio nel ’77: “Non ci faremo processare nelle piazze” dice Moro. ” Per voi rubare per il partito non è reato“, replica un’irriconoscibile Bonino. C’è anche una frase profetica del socialista Felisetti: « Qui, storicamente, i processi sono due: uno è quello che portiamo avanti noi, l’altro è quello che la gente fa a noi »
Ma quella battaglia fu persa e non è cambiato molto da allora, nemmeno l’attitudine della Lockheed a vendere pessime macchine, dalle bare volanti come gli F104, agli F35 gli aerei con i costi più alti di sempre in fatto di manutenzione. E a quanto pare non è nemmeno cambiata la disponibilità ad acquistarli in busta chiusa. C’è solo il fatto che adesso quel processo che dalla democrazia ha portato a un’oligarchia di fatto non prevede nemmeno più le dimissioni, anche di fronte a un sospetto. Magari di fronte a un chiarimento atteso e mancato su uno dei temi più oscuri del Paese. Anzi, se per caso qualcuno si permette di chiedere chiarezza, viene sollevato un conflitto costituzionale che in altre analoghe occasioni, quando non c’era nulla da nascondere, nemmeno era stato preso in considerazione. Mentre gli eredi della questione morale applaudono gioiosi alle ragioni del silenzio e dei segreti. Di chi sto parlando? Non so, alla Lockheed lo chiamerebbero in codice pizza gobbler. Magari per loro potrebbe significare napoletano.