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Da bullo, a guappo, a ricattatore: la carriera del meno peggio

Creato il 17 giugno 2015 da Albertocapece

300x16914297946223900000000_renziSi sa che certe carriere sono scontate e prevedono passaggi obbligati: se ti imponi come bullo di periferia spalleggiato da zuccotti e cappucci una volta arrivato al centro grazie a un prestito finanziario non potrai che fare il guappo e fatalmente diventerai anche un ricattatore dei più spregevoli perché, senza freni inibitori, la tua natura prende il sopravvento. Così non deve affatto stupire che Renzi, frustrato per le difficoltà di far passare la sua buona scuola, che è buona come una dose di stupefacente liberista tagliata male, adesso metta la sua spadina di Brenno sulla bilancia e minacci di non assumere i precari qualora il piano non passi.

Si tratta di una vera e propria estorsione perché l’assunzione moralmente dovuta dei precari non c’entra assolutamente nulla col penoso, intellettualmente miserabile e pasticciato piano di privatizzazione della scuola pubblica. E questo dovrebbe fare riflettere tutti i fedeli del culto del Meno Peggio, il dio maligno che ci sovrasta da decenni e che ci sta  punendo con le piaghe d’Egitto: la battuta di arresto che il renzismo ha subito alle elezioni amministrative non solo non ha portato il premier ad assumere atteggiamenti più dialoganti, ma anzi ne ha accresciuto la tracontanza fino appunto al ricatto.

Del resto i suoi mandanti non sono gli elettori, ma altri poteri non elettivi e la sua legittimità derivante da un Parlamento nominato con metodi dichiarati anticostituzionali: non deve rispondere ai cittadini ma a chi lo ha ingaggiato nella parte di premier. Per questo il presunto meno peggio cercherà di dare il peggio di sé prima di affrontare le urne che in un modo o nell’altro lo cacceranno o ancor prima un nuovo e intollerabile inasprimento della crisi: distruggere la Costituzione, privatizzare il privatizzabile, mettere in mora la sanità pubblica, eliminare ogni tutela sul lavoro e l’idea stessa dei diritti. In una parola ipotecare il futuro del Paese.

Gliene frega assai del consenso, quello che conta è il mandato occulto e chiarissimo nello stesso tempo che ha ricevuto quando un’operazione tra palazzo e partito lo ha catapultato alla presidenza del consiglio. E di certo non deve temere nulla dalla falsa opposizione dei berlusconiani, se la ride delle opposizioni interne disposte nella quasi totalità a vendere l’anima al diavolo pur di ottenere il vitalizio, non da Salvini che alla fine esprime solo umori miserabili, ma nessuna idea politica che collida col pensiero unico e le sue estensioni europee e nemmeno da una piazza che stenta a mobilitarsi paralizzata com’è  dalla paura e dalle divisioni.  Gli basta il non dissenso della marea di fedeli del meno peggio che in virtù del loro credo sono disposti a vedere qualunque pagliuzza negli occhi altrui e non la trave in quella di Renzi.

Ecco perché il ricatto è il modo di essere naturale di questo governo, il suo habitat mentale: se non basta quello direttamente esercitabile nei luoghi istituzionali, lo si fa direttamente sui cittadini condizionando i loro diritti all’assenso nei confronti del principe. Se qualcuno vuole chiedersi dove andremo a finire non ha che da guardare alla realtà presente: siamo finiti così con un estorsore a Palazzo Chigi, una sagoma di cartone al Quirinale, un vecchio sporcaccione ed evasore compulsivo alla finta opposizione, la corruzione dilagante, l’Expo delle beffe, la capitale infetta oltre che sgovernata e uno stordito razzista ad uso dei pensionati a far la voce grossa sulla sicurezza e la paura di malattie tropicali.

E’ il meno peggio de che?


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