Dopo aver cercato di distruggere tutti gli altri mestieri, la Francia decide ora di distruggere pure quello più antico del mondo.
l’espressione massima del libertinismo, dove De Sade poté diventare un caposaldo della letteratura (e non solo), De la Bretonne intuiva le perversioni dei successivi secoli. Il paese dove Picasso poté trovare e dipingere “Les demoiselles d’Avignon”, dove Baudelaire poetava delle più belle fellatio concessegli dalle prostitute, le stesse prostitute che solo quarant’anni fa ringraziavano Georges Brassens per altre poesie che lo stesso chansonnier dedicava loro.
Un paese che non ha mai nascosto, e ha forse orgogliosamente anzi ostentato, quello che è stato uno dei suoi unici veri successi rimasti nella storia senza stragi, ghigliottine, armate o revisionismi, cioè il libertinaggio, la libertà d’amore e d’amare, e che trovava nelle sue putain l’origine della vita, come il grande Courbet ha voluto ricordare nel suo celebre “L’Origine du monde”, ha improvvisamente cambiato rotta, verso quella direzione repressiva e puritana che oggi solo il socialismo sa incarnare, anche più di qualsiasi religione. Come in Italia fu la socialista Merlin a rendere effettivamente le “case chiuse” CHIUSE, così ora dai cugini oltre le Alpi è un altro socialista a inasprire le pene verso un mestiere che andrebbe legalizzato, e in cui la donna (o l’uomo, anche gigolo è una parola francese) andrebbe tutelata, salvata, e messa in condizioni di poter operare in tutta sicurezza ed igiene. Ancora una volta, di fronte al problema, l’azione illiberale e socialista, questa volta per mano de le Président Hollande, decide di contrastare un effetto, invece che capirne la causa, e decide cioè di multare il cliente delle prostitute illegali, invece che risolverne i problemi della e nella legalità.
Andrea Inversini