La Lettonia, dal primo gennaio 2014, entrerà nell’area Euro e sarà il 18esimo paese europeo ad utilizzarlo.
Un panorama della capitale lettone, Riga (bdforum.org )
Nella notte in cui l’Euro celebra il 15/mo compleanno (fu infatti introdotto sui mercati finanziari il primo gennaio del 1999, anche se la circolazione della moneta nei primi 12 paesi e’ partita due anni dopo, nel 2001), la Lettonia diventa il diciottesimo paese ad utilizzare la moneta unica. Da domani, anche i due milioni di cittadini della repubblica baltica si aggiungeranno quindi ai 330 milioni che già utilizzano l’Euro. L’ingresso di Riga avviene tre anni dopo l’ultima adesione, quella dei vicini estoni del primo gennaio 2011, mentre i primi timidi segnali di ripresa si stanno cominciando a mostrare dopo la gravissima crisi finanziaria e i salvataggi internazionali di alcuni paesi dell’Eurozona.
Ancora un anno fa, erano in molti a ritenere che la sopravvivenza stessa della moneta unica fosse in discussione. Per questo l’ingresso della Lettonia è salutato come “un evento importante non solo per la Lettonia ma per la stessa area dell’Euro, che rimane stabile, interessante e aperta a nuove adesioni”, dal presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. Per poter entrare nell’Euro, la Lettonia ha dovuto affrontare riforme e il risanamento dei suoi conti; oggi, il suo tasso di disoccupazione è inferiore alla media dei partner, l’11,3%, il Pil in crescita (+4% nel 2013, +4,1% nel 2014 secondo le ultime previsioni economiche della Commissione), il debito pubblico inferiore al 40% del Pil, mentre il deficit é pari all’1,4%.
I pareri dell’entrata nell’euro da parte dei lettoni. Diffidenza per i “burocrati”, timore per tassazioni più pesanti, contrarietà a “Berlino che decide tutto”. Secondo i sondaggi curati da Tns, la percentuale di contrari nella popolazione lettone è pari al 52%, con il 19% di no “assoluti” all’adesione monetaria. I numeri sono in miglioramento, se è vero che la forbice con i voti favorevoli si sta assottigliando: dice sì all’euro-zona il 45% degli intervistati, in rialzo dell’8% rispetto ai dati di luglio e del 4% rispetto a ottobre. Il grosso dei voti sfavorevoli, secondo l’analisi Tns, si concentra nella popolazione di età compresa tra i 64 e i 75 anni, le famiglie a basso reddito (tetto di 150 lats pro capite) e con un grado di educazione elementare.
La Lettonia è una repubblica parlamentare da 2,3 milioni di abitanti dell’Europa nord-occidentale. La capitale è Riga, “gemma del Baltico” fondata nel 1201 ed eletta a Capitale Europea della Cultura nel 2014. Il paese si è svincolato dall’occupazione russa nel 1990, ottenendo il riconoscimento ufficiale nel 1991 e siglando l’adesione all’Ue dal primo gennaio 2004. La popolazione è divisa tra la maggioranza lettone (oltre il 59%) e una nutrita minoranza russa, pari a una percentuale che oscilla tra 27 e 29%. Secondo i dati 2012, il Pil è composto da servizi (69,6%), industria (25,2%) e agricoltura (5,1%). Il parlamento unicamerale, la Saeima, è composto da 100 deputati e viene rinnovato a cadenza quadriennale con l’elezione delle cariche di presidente della Repubblica (attualmente ricoperta da Andris Berzins) e primo ministro. La poltrona del premier è vacante, dopo le dimissioni rassegnate il 27 novembre 2013 da Valdis Dombrovskis. Dombrovskis, dirigente della forza conservaatrice Nuova Era dal 2002, ha rinunciato all’incarico dopo il crollo del tetto di un supermercato nel centro di Riga, costato la vita a 54 cittadini. (fonte Sole24Ore)