A un certo punto della pratica mi è venuta spontanea questa domanda: dove andrà l’Aikido? Perché da dove viene dovrebbe essere oramai noto: l’Aikido nasce dal genio di O’Sensei Morihei Ueshiba.
Proprio da uno dei suoi ultimi allievi, Sensei Kenji Shimizu fondatore del Tendoryu Aikido, durante un seminario ricordo che manifestò preoccupazione in merito al futuro di quest’arte marziale.
Praticando si notano diverse sfaccettature, se vogliamo differenze a seconda dello stile praticato … ebbene sì, poiché di stili ce ne sono molti ma questo credo sia normale se si pensa alla sua evoluzione. Infatti, proprio dal suo fondatore si denotano diverse forme strettamente collegate al periodo storico dapprima molto più vicino ad una delle arti dalle quali ha attinto ovvero il Daito Ryu Aikjujutsu, passando poi per l’Aiki-Budo arrivando infine all’ arte che conosciamo e pratichiamo oggi, governata dall’ armonia e dalla ricerca e sviluppo del Ki.
Credo quindi che i suoi allievi diretti abbiano appreso e poi divulgato diversi tipi di Aikido che sono arrivati fino ai nostri giorni e anche questo è normale, un po’ meno quando si assiste nel web a dei veri e propri battibecchi che non hanno nulla di armonico in merito a quale sia il migliore, l’autentico o il più efficace stile!
A me piace molto praticare Aikido ma sono un po’ antico come mentalità e questo potrebbe anche essere un limite, io non sono per le rielaborazioni personali e penso che più ci si avvicina alla fonte e più l’acqua è pura, perciò credo che sia fondamentale praticare pensando a “da dove viene l’Aikido e perché faccio certi movimenti?”
Mi è capitato durante una lezione di sentire la seguente domanda: “perché faccio questo attacco? Mi sembra poco sensato!” Se si pensa però da dove viene… dalle tecniche di spada e di lancia affinate durante i periodi bui sui campi di battaglia forse qualche piccolo lume si accende… è capitato anche a me e mi è servito molto! Un segno tangibile di tutto questo posso ricondurlo al seminario dello scorso 2 novembre a Brescia incentrato sull’evoluzione dall’ Aikijujutsu all’ Aikido ideato e diretto dai maestri Sandro Savoldelli e Stefano Bresciani, un seminario caratterizzato dallo spirito marziale di un tempo nel quale mi sono abbandonato per 3 ore, praticando quasi dimenticando di vivere ai giorni nostri; sono riuscito a godermi ogni istante, il suono del “tanto” (coltello in legno) cadere sul tatami dopo un disarmo, fino a risvegliarmi a fine lezione con brividi di felicità che attraversavano tutto il mio corpo!
E’ importante sapere da dove si viene per capire dove stiamo andando ma la cosa importante, come sosteneva Sensei Shimizu, è che l’ Aikido non abbia mai bisogno come altre arti ben conosciute del Budo di trasformarsi in sport per crescere. Per crescere è necessario far conoscere e divulgare i principi che governano quest’arte che donano serenità e capacità di relazionarsi con il prossimo.
Buona pratica a tutti!
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