Ancora una volta siamo impegnati nel triste calcolo di morti, sfollati e sulla valutazione dei danni. Sperando che qualcosa abbiamo imparato, e che stavolta nessuno abbia riso come invece è avvenuto in un passato neanche troppo lontano.
Qualche tempo fa in televisione c’è stata una trasmissione dedicata al terremoto di L’Aquila, e ho sentito una persona lamentarsi con fastidio sul fatto che se ne parlasse ancora. “Ma insomma, abbiamo già tanti problemi, cosa ne parlano ancora a fare? C’è la crisi, l’Italia mica può stare sempre dietro a loro”, ha commentato – le parole non erano esattamente queste, non le ricordo con precisione, ma il concetto sì – una persona che la crisi non sa nemmeno dove stia di casa, visto che la sua pensione è più alta del mio stipendio (e di quello dei miei colleghi full-time). E, tanto per concludere, ha aggiunto un’altra perla: “Sono catastrofi naturali, come il Vajont, non ci si può fare nulla”.
Credevo che fosse un fatto ormai assodato che quella del Vajont non è stata una catastrofe naturale, ma evidentemente o abbiamo la memoria corta o la voglia d’informarsi al di là della propaganda è davvero scarsa. C’è stato un processo sul caso Vajont, e quella strage non è stata minimamente dovuta a cause naturali, ma di questo parlerò in un’altra occasione.
Se però i terremoti, a differenza di certe frane, non sono provocati dall’uomo, c’è comunque modo e modo di procedere a una ricostruzione.
Non sappiamo cosa verrà fatto ora, possiamo solo sperare che non venga ripetuto quello che è stato fatto con L’Aquila. E possiamo informarci, perché magari con un po’ di vigilanza in più è difficile che certe porcherie vengano commesse.
Nel 2010 un film di Sabina Guzzanti, Draquila. L’Italia che trema, è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes. Il ministro dei Beni Culturali Bondi ha criticato questa presenza perché, secondo lui, il film offendeva il popolo italiano. Onestamente io non mi sono mai sentita offesa dal film della Guzzanti, piuttosto indignata contro tutti quelli che hanno speculato sulla vita di persone qualunque che, dopo essere state messe in seria difficoltà dalla natura, sono state calpestate nei loro diritti e nella loro dignità da coloro che avrebbero dovuto aiutarli. Non credo che quelle persone volessero carità, ma un aiuto a ricostruire quello che, non per colpa loro, avevano perso sì.
La Guzzanti parla anche di come siamo stati tutti truffati con alcune piccole parole, frasi lievemente modificate, aggiunte, mutamenti di senso. E anche se non parla di terremoti io consiglio di leggere La manomissione delle parole di Gianrico Carofiglio, volumetto che, con uno stile molto semplice, spiega quanto sia importante conoscere la nostra lingua e riflettere sulle parole che vengono usate. Le parole, spiega Carofiglio nelle prime pagine, hanno “il potere di produrre trasformazioni, che possono essere, letteralmente, lo strumento per cambiare il mondo.Spesso, tuttavia, le nostre parole hanno perso significato perché le abbiamo consumate con usi impropri, eccessivi o anche solo inconsapevoli” (pag. 15).
E allora cerchiamo di capire cosa significano le parole che usiamo, che ci vengono rivolte, che sentiamo utilizzare da chi detiene il potere, e non consentiamogli di manipolarle e di manipolarci, e di ripetere – per esempio – quanto già fatto a L’Aquila.
Sabina Guzzanti, Draquila. L’Italia che trema, Feltrinelli, libro + DVD, 16,90 €.
La quarta di copertina:
Il ritratto di un paese smarrito, la triste cronaca del disastroso sisma che ha distrutto L’Aquila all’alba del 6 aprile 2009 e la danza sulle macerie che ne è seguita, dalle ciniche risate notturne al “miracolo della ricostruzione”. Con il libro I Cacciatori di aquilani.
Il film
“Poteri speciali ad un uomo speciale”
In un paese in cui l’informazione libera e indipendente è a rischio di estinzione, il cinema di Sabina Guzzanti ci ricorda il valore dell’inchiesta fatta sul campo e con passione, riportando dati, voci, opinioni.
Draquila – L’Italia che trema è il ritratto di un paese smarrito, la triste cronaca del disastroso sisma che ha distrutto L’Aquila all’alba del 6 aprile 2009 e la danza sulle macerie che ne è seguita, dalle ciniche risate notturne al “miracolo della ricostruzione”. Sabina Guzzanti ripercorre un cammino di corruzione, sopraffazione, abusi, mettendo insieme le tessere di una maschera del potere di cui L’Aquila rappresenta forse la recita più eclatante e sfacciata.
Nel secondo DVD: interviste e approfondimenti
Il libro
I Cacciatori di aquilani. “Draquilario” di S. Guzzanti e E. Terrone; dossier del Comitatus Aquilanus; approfondimenti di M. Bonaccorsi, G. Caporale, J. Foot; scritti di M. Ciotta, P. Mereghetti, M. Pagani, M. Travaglio e molti altri. A cura di A. Bignami
Gianrico Carofiglio, La manomissione delle parole, Rizzoli, 10,00 €.
La quarta di copertina:
Le parole servono a comunicare e raccontare storie. Ma anche a produrre trasformazioni e cambiare la realtà. Quando se ne fa un uso sciatto o se ne manipolano deliberatamente i significati, l’effetto è il logoramento e la perdita di senso. Se questo accade, è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza originaria. Gianrico Carofiglio riflette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta. Il rigore dell’indagine si combina con il gusto anarchico degli sconfinamenti e degli accostamenti inattesi: Aristotele e don Milani, Cicerone e Primo Levi, Dante e Bob Marley, fino alla Costituzione. Una lettura emozionante, una prospettiva nuova per osservare il nostro mondo.