Da Gigetto

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Marca Trevigiana. Gigetto, in realtà, si chiama Luigi. La moglie Elda, invece, si chiama Elda. La saletta che accoglie il viandante è, nell’occasione, quella degli ottoni. Giornata quasi autunnale, il caminetto è acceso. Anticipa il calore dei piatti.
“Da Gigetto” è locale di lunga storia. Me ne parlavano che ero bimbo. Arrivo in ritardo, da allora, ma consapevole. E trovo conferme. Location da coccole, servizio flessibile, piatti senza difetti. Gigetto-Luigi coordina e usa la lama, Elda sorride, i finferli danzano felici. Attorno a un pozzo vive una cantina da paradiso: mi dicono, non stento a crederci, trovino posto 1600 etichette.
Siamo a Miane: Prosecco di default. Cestello di ghiaccio a fianco particolarmente gradito (attenzioni non scontate). Assaggio, e suggerisco, le lumache alla Gigetto (bourguignonne), il savarin di zucca con finferli su letto di montasio, la pappardella ripiena ai porcini con ragù bianco al coltello. Stelletta per il filetto di manzo con salsa al balsamico e cips di patate. Subito sotto la Rosetta di vitello alle quattro stagioni. È il piatto del Buon Ricordo. Inscatolo. Appendo. E non dimentico.