Da ‘Gli occhi di Zaira’

Il lunedì sera Don Pasquale mi convocò a casa sua. Appena arrivai vidi che mi aspettava vicino al cancello principale seduto su una macchina elettrica a due posti.

“Sali Tony, facciamo un giro.”

Partimmo per fare il giro di quella immensa villa, mentre a debita distanza un’altra macchina simile ci seguiva.

“Tony ho chiamato alcuni amici per chiarire la situazione e sono arrivato direttamente a quel Gennaro Maggio. Ora anche lui è entrato a far parte della famiglia e quindi non gli è convenuto appena entrato mettersi contro uno dei più vecchi esponenti come lo sono io. Senza giri di parole posso dirti che cercava la tua testa, ma dopo che ha capito che sei mio compare ha cambiato atteggiamento. Ci sono stati dei momenti di tensione… ma succede sempre quando si fa una trattativa. Alla fine voleva qualcosa, doveva dimostrare che non era stato beffato, che il suo onore veniva lavato. E tu sai Tony come si lava l’onore?”

“Con il sangue” risposi.

Annui soddisfatto “Lui rinuncerà a cercarti però darà la caccia a quel ragazzo, come si chiama…”

“Nicola”

“Sì. Quando lo troverà, perché lo troverà…” lasciò la frase in sospeso. “Mi dispiace. Per lui non ho potuto fare niente.”

Restammo in silenzio continuando il nostro giro per la villa, fino a ritornare vicino al cancello e mentre scendevo dall’auto Don Pasquale mi prese la mano. “Questo è un periodo di grandi cambiamenti, si stanno creando nuove alleanze, per il momento non ti allontanare dalla città dove sei protetto bene ed evita Napoli.”

“Grazie Don Pasquale “

“Un’ultima cosa. Domani qui avrò delle persone per parlare di alcuni lavori, roba grossa. Voglio che sia tu a seguirli, lo sai che ho fiducia in te.”

Stavo per rispondere che non mi interessava, che ero impegnato in altro.

“Non mi dire di no. Dai Tony tu hai capacità, astuzia… ma veramente vuoi continuare a fare l’operaio? Tu puoi avere tutto. Donne macchine e rispetto. Domani ti aspetto qui.”

Andai via da quella villa con una sola grande domanda. Cos’era che volevo veramente?