Grazie alla serie di osservazioni annuali del programma OPAL ( Outer Planet Atmosfere Legacy), dedicato ai pianeti esterni del nostro Sistema Solare, gli scienziati hanno ottenuto nuove mappe di Giove e viste inedite della Grande Macchia Rossa, la tempesta che imperversa sul gigante gassoso da centinaia di anni.
Le nuove immagini hanno mostrato una rara onda a nord dell'equatore ed una struttura filamentosa nel cuore della Grande Macchia Rossa mai notata prima.
"Ogni volta che guardiamo Giove otteniamo indizi emozionanti", ha detto Amy Simon, scienziato planetario della Goddard Space Flight Center della NASA di Greenbelt, Maryland. "Questa volta non fa eccezione", ha commentato nel comunicato.
Simon e colleghi hanno ricavato le due mappe, che consentono una visione completa delle velocità dei venti di Giove, grazie alle alte prestazioni della Wide Field Camera 3 del Telescopio Spaziale Hubble (sul nostro sito trovate un post sempre aggiornato sul tasso di decadimento orbitale del telescopio).
La strana onda sopra la fascia equatoriale (immagine in apertura) era stata vista solo un'altra volta nella storia delle osservazioni del pianeta, dalla sonda Voyager 2 che sorvolò Giove il 9 luglio del 1979. In quelle immagini, l'onda era appena visibile, niente in confronto alle foto ottenute da Hubble.
Questa rara caratteristica viaggia a circa 16 gradi di latitudine nord in una fascia costellata da cicloni e anticicloni.
I ricercatori ritengono che l'onda si formi sotto le nuvole e venga allo scoperto solo di tanto in tanto, quando riesce a propagarsi anche al di sopra di esse.
Onde simili, chiamate onde barocline, a volte compaiono anche nell'atmosfera terrestre nelle zone dove si formano i cicloni.
"Finora pensavamo che l'onda vista dalla Voyager 2 fosse un caso", ha detto il co-autore dello studio Glenn Orton, del Jet Propulsion Laboratory della NASA.
Credit: NASA/ESA/Goddard/UCBerkeley/JPL-Caltech/STScI
La Grande Macchia Rossa, invece, sta continuando a restringersi diventando più circolare: il suo asse più lungo è 240 chilometri più corto rispetto al 2014. Anche il suo colore è meno intenso, più arancione che rosso e il suo nucleo ha i contorni meno netti del solito.
Un curioso filamento attraversa tutta la larghezza del vortice, ruotando ed avvitandosi su sé stesso per tutte le 10 ore di osservazione, in balia dei venti che soffiano a 150 metri al secondo, o forse anche più.
Il set di immagini, in formato FITS e TIF, è disponibile a questo link.
I risultati sono stati descritti sulla rivista Astrophysical Journal.
FIRST RESULTS FROM THE HUBBLE OPAL PROGRAM: JUPITER IN 2015 [abstract]
The Hubble 2020: Outer Planet Atmospheres Legacy program is generating new yearly global maps for each of the outer planets. This report focuses on Jupiter results from the first year of the campaign. The zonal wind profile was measured and is in the same family as the Voyager and Cassini era profiles, showing some variation in mid- to high-latitude wind jet magnitudes, particularly at +40° and −35° planetographic latitude. The Great Red Spot continues to maintain an intense orange coloration, but also shows new internal structures, including a reduced core and new filamentary features. Finally, a wave that was not previously seen in Hubble images was also observed and is interpreted as a baroclinic instability with associated cyclone formation near 16° N latitude. A similar feature was observed faintly in Voyager 2 images, and is consistent with the Hubble feature in location and scale.