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Da Israele alla Giordania

Creato il 16 dicembre 2012 da Sarahscaparone @SarahScaparone

Giornate intense nell’ultima settimana, ma quando si viaggia si sa è così. Non solo per gli innumerevoli luoghi che si vogliono a visitare, ma anche per le tante emozioni che in un modo o nell’altro attirano la tua attenzione, ti parlano, lasciano il segno.

E così il risveglio ad Haifa, con quel mare impetuoso che ancora mi coccola, è il primo monito di quella che sarà una giornata ricca di sorprese. La città è bella. Mi piace. Vi convivono, unica in Israele,  cinque gruppi religiosi differenti (ebrei, cristiani, ortodossi, musulmani, bahà’i)  ma si respira pace. Infatti non a caso Haifa è conosciuta come “the city of coexistence” e per la prima volta, per le strade, vicino ai chanukah luminosi spuntano gli alberi di Natale. E scopriamo che ad Haifa a dicembre si tiene the “Holiday of Holidays” con arte e cibo protagonisti delle strade. E iniziamo a camminare sulle tracce del Taster’s track of Wadi Nisnas di Gil Hovav: un ottimo Tfadallu per una città che ha deciso di investire sulle sue eccellenze gastronomiche e sugli aspetti culturali creando di anno in anno un museo permanente a cielo aperto.

Dopo gli assaggi di fantastica Pita, shawarma, ballava, falafel e fava bean dish saliamo in auto con destinazione Tel Aviv. Arriviamo che è notte e troviamo ad accoglierci un piccolo ma delizioso hotel sulla Ben Yehuda St.: l’Artplus dove l’arte è parte integrante del soggiorno. La città è frenetica e in continuo movimento. La città non dorme a nessuna ora. Lo capiamo subito. E qui dove il 33% della popolazione ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni e nei 52 km quadrati di estensione, ben 14 sono spiagge, ci accorgiamo immediatamente che siamo in un luogo diverso. Innovazione e creatività fanno parte del Dna di Tel Aviv che vuole rompere il confine andando oltre. E ci riesce benissimo come ci spiega Lior Meyer che lavora al progetto Tel Aviv Global City. E mentre la spiaggia detta un modo di vivere a gente che del motto “think different” ne ha costruito uno stile di vita, noi continuiamo un tour affascinante tra la gastronomia locale che passa da importanti ristoranti come Catit, ad una colazione non stop 24 h su 24 da Benedict, all’anima vera dello street food del Carmel Market.

E lasciamo Tel Aviv alle spalle dopo una notte insonne che termina a Giaffa prima di raggiungere l’aeroporto. Arrivare a Milano è traumatico: nevica. Il freddo ovatta tutto, ma non i ricordi. Un cambio di valigia veloce, un salto a casa, una sana dormita e si riparte alla volta di Amman per un viaggio stampa organizzato dal Jordan Tourism Board Italy. Tra poco più di un’ora iniziamo il tour della città. Appena atterrati, su un un muro dell’aeroporto leggo: “Giordania, the future is about to take off”. Siamo pronti per scoprirlo. Per iniziare a camminare in un altro luogo che, no ho dubbi, ha tanto da raccontare.

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