Scacco matto a Isaias Afewerki.
Parliamo della nazionale di calcio eritrea quella che, una sera del 2012, al termine delle competizioni del torneo delle federazioni di Africa centrale e orientale (Cecafa), ospitato per la circostanza in Uganda, era scomparsa, facendo perdere ogni traccia di sé piuttosto che imbarcarsi per il rientro immediato ad Asmara.
Oggi sappiamo che per un anno intero la squadra, i ragazzi erano sul serio molto uniti tra loro, ha vagato per l’Uganda senza mai essere rintracciata.
E poi, finalmente, hanno concordato la grande decisione, che è stata quella di raggiungere l’Europa.
Precisamente la Romania.
E di lì non è stato difficile, in seguito, raggiungere l’Olanda.
Il sindaco di Gorinchem (75 chilometri a sud di Amsterdam) informa i "media" che i calciatori hanno chiesto e ottenuto asilo politico, stanno bene ed è loro intenzione di rimanere nei Paesi Bassi.
Qualche difficoltà probabilmente per i “ cammelli del mar Rosso” è data dal clima piovoso dell’Olanda.
Ma è sempre meglio questo genere di “male” (si fa per dire) della tirannia in patria di Isaias Aferweki,che dura ormai da circa vent’anni. E cioè da quando l’Eritrea si è resa indipendente dall’Etiopia.
Inutile spiegare perché parliamo di tirannia in quanto i bene- informati sanno.
E lo dimostrano, a chiare lettere, se qualcuno fosse scettico, altri tentativi di fuga di gruppi sportivi eritrei (2009 in Kenya/ 2011 in Tanzania).
E, ancora, tutti quei giovani che, pur di andare via dall'Eritrea, affrontano periodicamente i pericoli del mare, pagando prezzi salatissimi a uomini senza scrupoli, per viaggiare su carrette inospitali .
Oppure attraversano il deserto e le sue insidie con mezzi di fortuna, e affrontano con coraggio quant’altro possa accadare, pur di raggiungere un luogo ( in genere l’Europa), dove poter lavorare e vivere un’esistenza dignitosa senza più assurde costrizioni, minacce e/o timori.
Perciò, buona fortuna, cari ragazzi.La libertà non ha prezzo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)