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da libro a film, Più forti dell’odio

Creato il 27 ottobre 2010 da Atlantidelibri

È tratto da un libro pubblicato da Qiqaion (le edizioni del Monastero di Bose) il libro che ha ispirato il film Uomini di Dio (Des hommes et des dieux), diretto da Xavier Beauvois con Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Olivier Rabourdin, Philippe Laudenbach e Jaques Herlin. Oltre due milioni di francesi sono andati al cinema  per vedere questo film ispirato ad un fatto reale, e che si è meritato il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes; si tratta di un risulatato davvero significativo per una pellicola indipendente, tanto che la Francia ha deciso di candidarlo agli Oscar 2011.

Qui trovate il trailer del film:
http://www.youtube.com/watch?v=dK-qIqyHHVc

E questa è la scheda del libro
FRÉRE CHRISTIAN DE CHERGÉ
Più forti dell’odio
QIQAION

“Di notte,
quando altri prendono le armi,
prendete l’evangelo!”

La vicenda dei monaci
uccisi in Algeria
che ha ispirato il film
“Uomini di Dio”
vincitore del Gran Premio della giuria
al Festival di Cannes 2010

““In un momento in cui molti pensano all’islam come nemico, il gesto di chi si lascia sgozzare amando il proprio carnefice è l’estremo rifiuto della logica dell’inimicizia, è l’unico atto che può porre fine alla catena delle rivalse e delle vendette. È il caso serio del cristianesimo… Con il martirio un cristianesimo che sembra incapace di comunicare agli uomini d’oggi ritrova improvvisamente la forza di suscitare domande e di inquietare le coscienze. Gli scritti dei sette monaci sono dettati da un amore più forte dell’odio, dalla vita più forte della morte: nella loro forza ed essenzialità ci mostrano che solo chi ha una ragione per morire ha anche una ragione per vivere”.

(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi)

Fr. Christian de Chergé era il priore del monastero trappista di Notre-Dame de l’Atlas in Algeria. Assieme a sei suoi confratelli venne rapito da fondamentalisti islamici il 26 marzo 1996: furono tutti sgozzati il 21 maggio seguente. Ora essi riposano nel piccolo cimitero di Tibhirine, vegliati dagli amici musulmani che essi non avevano voluto abbandonare negli anni più violenti della barbarie in Algeria. +



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