In ‘Boss in incognito’, infatti, l’imprenditore lavora per una settimana sotto mentite spoglie, ai livelli più bassi della propria società, fianco a fianco ai propri dipendenti, avendo così la possibilità di toccare con mano cosa vada e cosa no. “I boss si sensibilizzano sui problemi dei lavoratori – ha spiegato della Gherardesca, parlando anche di ‘catarsi’ -; ovviamente siamo agli antipondi da The Apprentice: noi stiamo facendo l’anti-Briatore”.
Il commentatore e voce narrante delle puntata ha anche ricordato come dietro alla serie originale ‘Undercover Boss’, soltanto “apparentemente commerciale”, vi fosse uno sguardo da “politica di supporto del welfare”. Non è così nel caso italiano, tanto che Paolo Bassetti, a capo di Endemol, ha voluto chiarire come non si voglia dare “alcun messaggio”. ”Vogliamo solo offrire – ha spiegato – dell’intrattenimento. Ma è vero che ci vuole coraggio per trasmettere un programma del genere in prima serata”.
Dal canto suo, il direttore di Rai 2, Angelo Teodoli, ha sottolineato la valenza del format nel complessivo progetto di rinnovamento della rete: “E’ un programma che riporta alla luce il rapporto tra imprenditoria e mondo dei lavoratori – ha detto – ed è completamente nuovo, fa parte di quei prodotti originali anche rispetto al genere che vogliamo inserire. Finisce verso le 22.40 e quindi la gente lo può vedere senza eccessi di tempo”.
Nel programma, i ‘boss in incognito’ hanno quindi l’occasione di fiutare il reale andazzo dei propri comparti produttivi, spesso ricavandone utili informazioni, al punto che non sono mancati successivi ‘aggiustamenti’, da richiami per comportamenti, soprattutto in campo sicurezza, a spostamenti aziendali per gratificare qualche dipendente insoddisfatto, fino a interventi sull’azienda, come l’illuminazione in un parcheggio.
Si parte, dunque, lunedì con David Hassan, presidente di ’7 camicie’; toccherà poi al presidente di Biancamano, specializzata nella raccolta e stoccaggio dei rifiuti.