@Phil Calam, su http://www.spacewalpaper.net .
Pianeti rocciosi un paio di volte più massicci della Terra potrebbero essere sprovvisti della protezione di un campo magnetico che ha origine dal nucleo di ferro almeno parzialmente fuso.
Alcune simulazioni fatte con delle “super Terre”, ossia con pianeti più massicci della Terra con masse comprese tra 2 e 10 masse terrestri, suggeriscono che le alte pressioni tendono a mantenere il nucleo allo stato solido. Lo studio è stato compiuto da Guillaume Morard dell’Instituto di Mineralogia e Fisica della Materia Condensata di Parigi, Francia. Senza un campo magnetico, i pianeti sarebbero avvolti in radiazioni dannose e la loro atmosfera si dissolverebbe a causa delle particelle prodotte dalle stelle cui orbitano attorno.
Il pianeta Marte così com’è oggi è un perfetto esempio di pianeta che ha perso il suo campo magnetico. I campi magnetici planetari sono creati da massicce correnti di metallo fuso all’interno del nucleo del pianeta. Un flusso di corrente (o particelle cariche in movimento) crea un campo magnetico, anche quando la corrente è composta da enormi quantità di particelle cariche di metallo che si trova allo stato liquido e che si muovono sotto l’influenza dei gradienti di temperatura (processo che va sotto il nome di “convenzione”).
Ma l’analisi dei siti magnetici di Marte da parte dei ricercatori dell’Università di Berkeley ha messo in evidenza che il campo di protezione del pianeta rosso è stato spento circa mezzo miliardo di anni fa. Senza il campo magnetico, Marte e probabilmente anche le super Terre nella nostra Galassia sono prive di una difesa contro le radiazioni che costantemente vengono rilevate nello spazio. Si pensa che la Terra si sia salvata da un bombardamento analogo proveniente dallo spazio grazie, probabilmente, alle sue dimensioni e alla sua dinamo interna che, nonostante qualche incertezza, continua a funzionare.
Di conseguenza, la vita avrebbe avuto grandi difficoltà per formarsi e svilupparsi su pianeti più massicci della Terra, anche in zone abitabili intorno a queste stelle.
Tuttavia, Vlada Stamankovic del Centro Aerospaziale di Berlino ha calcolato che è ancora presto per escludere i nuclei di ferro fuso e i campi magnetici per le super-Terre. Le regioni interne potrebbero essere sufficientemente caldi da fondere il ferro. “Le temperature attuali potrebbero essere molto più grandi di quelle previste. Semplicemente non lo sappiamo” ha affermato Stamankovic.
Circa 500 esopianeti sono stati osservati e catalogati, ma la maggior parte di questi sono giganti caldi che ruotano troppo vicini alle loro stelle. Questi pianeti sono anche i più facili da essere individuati. Con il perfezionamento delle tecniche di osservazione, i pianeti più piccoli sono stati entrati in questa lista, e in un recente sondaggio condotto dall’Università della California, gli astronomi Andrew Howard e Geoffrey Marcy, hanno concluso che circa un quarto di tutte le stelle simili al nostro Sole dovrebbe avere pianeti di dimensioni terrestri.
L’analisi dei nuovi dati forniti dalla Missione Kepler della NASA, con i suoi 1300 esopianeti rilevati finora in tutta la nostra Galassia, potrebbe presto individuare pianeti di dimensioni confrontabili con quelle terrestri, così come l’esistenza di campi magnetici e la presenza di habitat adatti alla vita su altri pianeti.
Fonte NewScientist: http://www.newscientist.com/
Sabrina