Era infatti un progetto nel progetto. Una struttura di tre piani con l’obiettivo di valorizzare i prodotti d’eccellenza italiani, al piano interrato c’era una cantina con taverna che offriva piatti della tradizione, carne alla griglia e un mercato di prodotti tipici italiani. Al piano strada c’era la ristorazione veloce con pranzi a buffet per chi lavorava nella zona, e al primo piano il ristorante di alta cucina che offriva piatti con ingredienti biologici e d’eccellenza, solo made in Italy. Era davvero una gran bella opportunità, stimolante e all’avanguardia. Oggi l’attenzione al biologico e ai prodotti doc è maggiore, siamo tutti più consapevoli dell’importanza della qualità dei nostri prodotti italiani, sia chi lavora nel settore sia i consumatori. Ma nel 2003 non era ancora così. Mi sono ritrovato a seguire e gestire un team di otto persone che doveva cucinare per i tre piani. L’avviamento è stato un’esperienza importante ma anche estremamente stressante, e mi ha impegnato per un anno, impegnato al punto che non riuscivo a trovare il tempo di vedere Manuela, ora che le ero più vicino. Così alla fine ho lasciato Milano e sono tornato in Toscana.
Villa la Lodola era ormai diventata Relais e B&B di Charme ma c’era ancora la possibilità di sistemare la cucina dove pasticciavo le torte da piccolo e ricavare un’Osteria. Ci ho pensato molto, per un periodo ho ricominciato a fare lo chef a domicilio per cene e cerimonie, ma alla fine ho deciso che quella, l’Osteria della Lodola, poteva essere il giusto equilibrio.
Un locale semplice e autentico, com è la vita in barca, ma dove dare libero sfogo alla mia esperienza di chef e creare ottimi piatti, con la pretesa, perdonatemi, di offrire una cucina di alta qualità, com è stata la parentesi milanese.
Così nel 2005 è nata l’Osteria della Lodola, Manuela mi ha sostenuto nella mia scelta e si è trasferita in Toscana, è diventata mia moglie e oggi siamo i genitori di una bellissima bambina: Anita.